Cronaca
Omicidio Caprio, la difesa: «È pentito, non aveva intenzione di uccidere»
Il legale di Giampalmo: «Si sente davvero smarrito, il suo primo pensiero è andato alla vittima»
Bitonto - lunedì 6 settembre 2021
17.33
È pentito Fabio Giampalmo, il 20enne reo confesso di aver ucciso Paolo Caprio, 40 anni, con tre pugni al volto, sferrati sabato sera nell'area di servizio Dill's lungo la via per Modugno, per uno sguardo di troppo rivolto alla compagna. L'avvocato, Giovanni Capaldi, ha affermato che il ragazzo «si sente davvero smarrito».
«Il suo primo pensiero è andato alla vittima - continua il suo difensore - non aveva alcuna intenzione di uccidere quell'uomo e si dice pentito di quanto accaduto». Il 20enne, intanto, si trova in carcere accusato di omicidio volontario aggravato. A chiarire cosa ha provocato il decesso del 40enne sarà l'autopsia, che dovrebbe svolgersi domani: fondamentale per l'indagine sarà capire se l'artigiano è morto per i pugni sferrati da Giampalmo o per l'urto sul marciapiede dopo la caduta.
«Prima del fatto giuridico, c'è quello umano in questa storia assurda. Il mio assistito ha ripetuto che non era sua intenzione uccidere ed è smarrito», ha precisato Capaldi. «Il ragazzo, padre di due figli, una di 2 anni e l'altra di 2 mesi, è in carcere. Si è presentato ieri mattina in caserma», dice ancora il penalista. «È accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi che, stando alla ricostruzione dei fatti, sono riconducibili a uno sguardo di troppo nei confronti di alcune donne».
Il pm della Procura di Bari che coordina le indagini, Ignazio Abbadessa, nelle prossime ore chiederà la convalida del fermo ed il 20enne comparirà dinanzi al gip per essere nuovamente interrogato. Si attende inoltre il conferimento di incarico per l'autopsia che sarà eseguita nel Policlinico dal medico legale Sara Sablone.
«Il suo primo pensiero è andato alla vittima - continua il suo difensore - non aveva alcuna intenzione di uccidere quell'uomo e si dice pentito di quanto accaduto». Il 20enne, intanto, si trova in carcere accusato di omicidio volontario aggravato. A chiarire cosa ha provocato il decesso del 40enne sarà l'autopsia, che dovrebbe svolgersi domani: fondamentale per l'indagine sarà capire se l'artigiano è morto per i pugni sferrati da Giampalmo o per l'urto sul marciapiede dopo la caduta.
«Prima del fatto giuridico, c'è quello umano in questa storia assurda. Il mio assistito ha ripetuto che non era sua intenzione uccidere ed è smarrito», ha precisato Capaldi. «Il ragazzo, padre di due figli, una di 2 anni e l'altra di 2 mesi, è in carcere. Si è presentato ieri mattina in caserma», dice ancora il penalista. «È accusato di omicidio volontario aggravato da futili motivi che, stando alla ricostruzione dei fatti, sono riconducibili a uno sguardo di troppo nei confronti di alcune donne».
Il pm della Procura di Bari che coordina le indagini, Ignazio Abbadessa, nelle prossime ore chiederà la convalida del fermo ed il 20enne comparirà dinanzi al gip per essere nuovamente interrogato. Si attende inoltre il conferimento di incarico per l'autopsia che sarà eseguita nel Policlinico dal medico legale Sara Sablone.