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Cronaca
Omicidio Chiapperini, il marito Visaggi in silenzio davanti al Gip
Ieri si è svolto l'interrogatorio: l'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Al 112 aveva detto: «Sta nel bagno, l'ho uccisa»
Bitonto - domenica 20 aprile 2025
14.11
«Sta nel bagno, l'ho uccisa. Mi sto togliendo la vita, ma non ci riesco». Sono le ore 11.09 di venerdì scorso quando una voce maschile, disperata ma lucida, rompe il silenzio del centralino del 112. A parlare è Vincenzo Visaggi, di 75 anni, pensionato di Mariotto. Ha appena assassinato la moglie, Lucia Chiapperini, di 74 anni.
E se davanti agli inquirenti, a poche ore dal fatto, ha confessato il delitto, dicendo di essersi «sentito abbandonato e tradito», senza però chiarire il movente, prima di essere arrestato e portato in cella per omicidio volontario aggravato, ieri davanti alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, s'è avvalso della facoltà di non rispondere. La misura non è stata convalidata per una questione tecnica, ma il gip ha comunque applicato la custodia in carcere.
Venerdì scorso i carabinieri della Aliquota Radiomobile della Compagnia di Modugno sono stati i primi a raggiungere l'abitazione. Hanno trovato la porta chiusa. Quando sono riusciti ad entrare, sfondando la porta, hanno trovato «la signora Lucia riversa nel bagno, priva di vita. Sul corpo almeno 22 ferite da arma da taglio, delle forbici con lama da 17 centimetri. Il marito era in camera da letto, disteso sul letto. Aveva le mani e i vestiti pieni di sangue», si legge nel verbale di arresto.
Le immagini di videosorveglianza con il microfono installato in casa non lasciano dubbi. Alle ore 10.34 Visaggi ha ricevuto una chiamata: «Io mi toglierò la vita». Alle 10.57 la donna è tornata a casa: «Che quella è la malattia… vattene...». Poi l'aggressione: «Devi morire con me!», le urla dell'uomo. Nonostante le urla della vittima e le infinite suppliche, l'uomo ha continuato a infierire. Quando la donna smette di respirare, l'uomo è rimasto in casa. Alle ore 11.01 ha chiamato il 112.
Le indagini rivelano un movente familiare e patrimoniale. La donna, da giorni, si era trasferita dalla figlia Mariella. «Mia madre era da due o tre giorni a casa mia - ha raccontato - perché dopo la morte di mio nonno materno, (lo scorso 11 aprile) erano sorti dei problemi economici, essendo venuta meno la sua pensione. Per questo mio padre non voleva darle soldi dalla pensione, rivendicando la proprietà della casa dove vivevano. Ha iniziato ad aggredirla, impugnando dei coltelli».
Durante la perquisizione, dietro un armadio, i militari hanno trovato 12mila euro in contanti. L'uomo, difeso dall'avvocato Pietro Paolo Fortunato, è stato arrestato. Il magistrato di turno, Angela Maria Morea, ha ordinato l'autopsia sul corpo della 74enne. Il giorno dei funerali, presumibilmente, sarà proclamato il lutto cittadino.
E se davanti agli inquirenti, a poche ore dal fatto, ha confessato il delitto, dicendo di essersi «sentito abbandonato e tradito», senza però chiarire il movente, prima di essere arrestato e portato in cella per omicidio volontario aggravato, ieri davanti alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, s'è avvalso della facoltà di non rispondere. La misura non è stata convalidata per una questione tecnica, ma il gip ha comunque applicato la custodia in carcere.
Venerdì scorso i carabinieri della Aliquota Radiomobile della Compagnia di Modugno sono stati i primi a raggiungere l'abitazione. Hanno trovato la porta chiusa. Quando sono riusciti ad entrare, sfondando la porta, hanno trovato «la signora Lucia riversa nel bagno, priva di vita. Sul corpo almeno 22 ferite da arma da taglio, delle forbici con lama da 17 centimetri. Il marito era in camera da letto, disteso sul letto. Aveva le mani e i vestiti pieni di sangue», si legge nel verbale di arresto.
Le immagini di videosorveglianza con il microfono installato in casa non lasciano dubbi. Alle ore 10.34 Visaggi ha ricevuto una chiamata: «Io mi toglierò la vita». Alle 10.57 la donna è tornata a casa: «Che quella è la malattia… vattene...». Poi l'aggressione: «Devi morire con me!», le urla dell'uomo. Nonostante le urla della vittima e le infinite suppliche, l'uomo ha continuato a infierire. Quando la donna smette di respirare, l'uomo è rimasto in casa. Alle ore 11.01 ha chiamato il 112.
Le indagini rivelano un movente familiare e patrimoniale. La donna, da giorni, si era trasferita dalla figlia Mariella. «Mia madre era da due o tre giorni a casa mia - ha raccontato - perché dopo la morte di mio nonno materno, (lo scorso 11 aprile) erano sorti dei problemi economici, essendo venuta meno la sua pensione. Per questo mio padre non voleva darle soldi dalla pensione, rivendicando la proprietà della casa dove vivevano. Ha iniziato ad aggredirla, impugnando dei coltelli».
Durante la perquisizione, dietro un armadio, i militari hanno trovato 12mila euro in contanti. L'uomo, difeso dall'avvocato Pietro Paolo Fortunato, è stato arrestato. Il magistrato di turno, Angela Maria Morea, ha ordinato l'autopsia sul corpo della 74enne. Il giorno dei funerali, presumibilmente, sarà proclamato il lutto cittadino.