
Cronaca
Omicidio Tarantino, lo sdegno di Abbaticchio per rinvio in Appello del processo
L'ex sindaco: «Bitonto merita di più dopo tutto questo dolore»
Bitonto - lunedì 10 marzo 2025
È amaro, amarissimo il commento di Michele Abbaticchio alla sentenza della Suprema Corte di Cassazione con cui vengono rinviati in Appello i procedimenti a carico del boss Domenico Conte e di Alessandro D'Elia, il primo accusato di essere il mandante del regolamento d conti in moto che il 30 dicembre 2017 uccise l'inconsapevole Anna Rosa Tarantino non lontano da Porta Robustina, rea solo di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Condannati dalla Corte d'Assise d'Appello di Bari a 20 anni di carcere, i due però non sono stati condannati in via definitiva in Cassazione, poiché, come scritto da queste pagine, gli "ermellini" accolto il ricorso degli avvocati Dario Vannetiello (per il boss Conte) e Giuseppe Giulitto (per D'Elia), rinviando il giudizio ad un'altra sezione della Corte d'Appello di Bari.
Vannetiello, subentrato a Giulia Bongiorno nella difesa di Conte, e Giulitto, nei loro ricorsi hanno in particolare fatto leva sulle contraddizioni delle dichiarazioni dei tre collaboratori di giustizia (Michele Sabba, Rocco Papaleo, condannato a 13 anni e 8 mesi, e Vito Antonio Tarullo) i quali nel processo hanno tirato in ballo Conte e D'Elia: i giudici, secondo Giulitto, rimarcarono nelle loro dichiarazioni «delle macroscopiche incongruenze che riguardavano il nucleo essenziale del racconto».
Non le manda a dire l'allora sindaco Michele Abbaticchio, oggi impegnato con Avviso Pubblico, che in una nota diffusa anche attraverso i canali social ha espresso dolore per una sentenza a molti rimasta incomprensibile e dura da digerire (le motivazioni tra poco più di 80 giorni): «Secondo lutto cittadino- ha scritto Abbaticchio -. Lo scrivo senza paura e diplomazia che i tempi consiglierebbero.
Lo scrivo senza avere alcuna protezione, se non quella della ricerca quotidiana di giustizia che deve pervadere la mia esistenza fino alla fine.
Lo scrivo perché ho aspettato delle reazioni. Lo scrivo perché Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione non può restare in silenzio insieme a (troppi) altri. L'annullamento delle condanne alle persone coinvolte nell'omicidio di Anna Rosa Tarantino da parte della Corte di Cassazione ci restituisce il desolante quadro, a distanza di oltre sette anni, di non avere una certezza giudiziaria, una verità riconosciuta dallo Stato, su tutto quello che è accaduto. Bitonto merita di più dopo tutto questo dolore. Anna Rosa merita di più. La giustizia italiana e questi ragazzi (in foto con lui) meritano di più».
Condannati dalla Corte d'Assise d'Appello di Bari a 20 anni di carcere, i due però non sono stati condannati in via definitiva in Cassazione, poiché, come scritto da queste pagine, gli "ermellini" accolto il ricorso degli avvocati Dario Vannetiello (per il boss Conte) e Giuseppe Giulitto (per D'Elia), rinviando il giudizio ad un'altra sezione della Corte d'Appello di Bari.
Vannetiello, subentrato a Giulia Bongiorno nella difesa di Conte, e Giulitto, nei loro ricorsi hanno in particolare fatto leva sulle contraddizioni delle dichiarazioni dei tre collaboratori di giustizia (Michele Sabba, Rocco Papaleo, condannato a 13 anni e 8 mesi, e Vito Antonio Tarullo) i quali nel processo hanno tirato in ballo Conte e D'Elia: i giudici, secondo Giulitto, rimarcarono nelle loro dichiarazioni «delle macroscopiche incongruenze che riguardavano il nucleo essenziale del racconto».
Non le manda a dire l'allora sindaco Michele Abbaticchio, oggi impegnato con Avviso Pubblico, che in una nota diffusa anche attraverso i canali social ha espresso dolore per una sentenza a molti rimasta incomprensibile e dura da digerire (le motivazioni tra poco più di 80 giorni): «Secondo lutto cittadino- ha scritto Abbaticchio -. Lo scrivo senza paura e diplomazia che i tempi consiglierebbero.
Lo scrivo senza avere alcuna protezione, se non quella della ricerca quotidiana di giustizia che deve pervadere la mia esistenza fino alla fine.
Lo scrivo perché ho aspettato delle reazioni. Lo scrivo perché Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni contro mafie e corruzione non può restare in silenzio insieme a (troppi) altri. L'annullamento delle condanne alle persone coinvolte nell'omicidio di Anna Rosa Tarantino da parte della Corte di Cassazione ci restituisce il desolante quadro, a distanza di oltre sette anni, di non avere una certezza giudiziaria, una verità riconosciuta dallo Stato, su tutto quello che è accaduto. Bitonto merita di più dopo tutto questo dolore. Anna Rosa merita di più. La giustizia italiana e questi ragazzi (in foto con lui) meritano di più».