Cronaca
Operazione "On the road": fermate 15 persone, anche un colpo a Bitonto
5 di loro sono indiziati per l'assalto ad un furgone e il sequestro dell'autotrasportatore avvenuto l'1 aprile 2020
Bitonto - lunedì 31 maggio 2021
17.11
Non solo furti d'auto. Cinque di loro avrebbero commesso una rapina a mano armata, il 1 aprile scorso a Bitonto, sequestrando e minacciando con un fucile un autotrasportatore sulla strada provinciale 231, per sottrarre i prodotti alimentari trasportati nel suo furgone frigo. Per questi fatti 15 uomini sono stati arrestati.
Stamattina, circa 150 Carabinieri del Gruppo di Trani e dei Comandi Provinciali di Bari e di Foggia hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Trani nei confronti di 15 uomini, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di autovetture, alla ricettazione e al riciclaggio dei pezzi di ricambio, ma anche di rapine a mano armata in danno di autotrasportatori.
Il provvedimento scaturisce dalle articolate indagini svolte dalle Sezioni Operative delle Compagnie Carabinieri di Barletta e Andria che, sotto il coordinamento della Procura di Trani, hanno organicamente documentato, a partire dal mese di marzo 2020, l'esistenza di un gruppo criminale spregiudicato e dinamico, fra Bari e Bat, i cui associati sono risultati legati fra loro da stretti rapporti di fiducia, costruiti sulla frequentazione, sulla parentela e sulle pregresse co-detenzioni carcerarie.
L'operatività della consorteria si basa tra i comuni di Andria e Corato, ma si sostiene grazie a un raccordo stabile e "intelligente" con i sodali cerignolani, addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva, la cui inesauribile "domanda" di pezzi di ricambio, alimenta la pressoché quotidiana ricerca di autovetture di recente immatricolazione e prestigiosi marchi, ritenute appetibili e immediatamente negoziabili su quel redditizio mercato clandestino.
Le approfondite indagini hanno fatto emergere la pericolosità e l'invasività dell'organizzazione, nonché la pervicacia criminale e la determinazione collettiva dei singoli associati, che hanno dato prova di estrema duttilità esecutiva e abilità nel superare ogni difficoltà, dimostrando totale freddezza nell'ottimizzazione delle risorse e nell'interazione a distanza, anche quando ricercati da elicotteri delle forze di polizia durante la commissione dei furti e la cannibalizzazione delle auto. I 4 promotori, andriesi, coratini e cerignolani hanno organizzato il sodalizio in maniera stabile e professionale, con una chiara struttura gerarchica interna, con collaudate procedure d'azione ed una razionale ripartizione dei compiti, secondo un rigido protocollo di impiego standardizzato, ma con incarichi fungibili per lo svolgimento indistinto di funzioni promiscue.
In particolare, è stata riscontrata l'esistenza di:
Stamattina, circa 150 Carabinieri del Gruppo di Trani e dei Comandi Provinciali di Bari e di Foggia hanno dato esecuzione al decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Trani nei confronti di 15 uomini, ritenuti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di autovetture, alla ricettazione e al riciclaggio dei pezzi di ricambio, ma anche di rapine a mano armata in danno di autotrasportatori.
Il provvedimento scaturisce dalle articolate indagini svolte dalle Sezioni Operative delle Compagnie Carabinieri di Barletta e Andria che, sotto il coordinamento della Procura di Trani, hanno organicamente documentato, a partire dal mese di marzo 2020, l'esistenza di un gruppo criminale spregiudicato e dinamico, fra Bari e Bat, i cui associati sono risultati legati fra loro da stretti rapporti di fiducia, costruiti sulla frequentazione, sulla parentela e sulle pregresse co-detenzioni carcerarie.
L'operatività della consorteria si basa tra i comuni di Andria e Corato, ma si sostiene grazie a un raccordo stabile e "intelligente" con i sodali cerignolani, addetti al riciclaggio e alla ricettazione della refurtiva, la cui inesauribile "domanda" di pezzi di ricambio, alimenta la pressoché quotidiana ricerca di autovetture di recente immatricolazione e prestigiosi marchi, ritenute appetibili e immediatamente negoziabili su quel redditizio mercato clandestino.
Le approfondite indagini hanno fatto emergere la pericolosità e l'invasività dell'organizzazione, nonché la pervicacia criminale e la determinazione collettiva dei singoli associati, che hanno dato prova di estrema duttilità esecutiva e abilità nel superare ogni difficoltà, dimostrando totale freddezza nell'ottimizzazione delle risorse e nell'interazione a distanza, anche quando ricercati da elicotteri delle forze di polizia durante la commissione dei furti e la cannibalizzazione delle auto. I 4 promotori, andriesi, coratini e cerignolani hanno organizzato il sodalizio in maniera stabile e professionale, con una chiara struttura gerarchica interna, con collaudate procedure d'azione ed una razionale ripartizione dei compiti, secondo un rigido protocollo di impiego standardizzato, ma con incarichi fungibili per lo svolgimento indistinto di funzioni promiscue.
In particolare, è stata riscontrata l'esistenza di:
- Una squadra operativa attiva quasi ogni notte nel territorio della BAT e del nord barese, incaricata dell'esecuzione materiale del furto di 1 o 2 autovetture, poi trasportate nelle campagne di Andria, Barletta e Canosa, anche a "spinta" grazie a una cosiddetta "auto muletto";
- Varie squadre di cosiddetti tagliatori che intervengono successivamente per sezionare e 'cannibalizzare" le macchine, le cui carcasse rimangono abbandonate fra gli ulivi o i vigneti;
- Una squadra di ricettatori che caricano i pezzi in appositi furgoni e li consegnano all'alba presso 6 diversi depositi di Cerignola.
- Una cassa comune con ampia disponibilità di denaro per la retribuzione dei sodali e per gli investimenti nell'attività illecita, quali l'approvvigionamento di beni strumentali;
- Basi logistiche e nascondigli tra Andria e Corato;
- Luoghi convenuti per incontri e rendez-vous durante lo svolgimento delle attività criminali, commesse anche utilizzando un gergo convenzionale;
- Una cosiddetta "auto veloce", due furgoni per il trasporto delle componenti meccaniche e di carrozzeria appena sezionate, altre due autovetture per i servizi di "staffetta" lungo i percorsi di consegna dei pezzi e di "bonifica" dei luoghi nei quali operare;
- Targhe rubate o cessate, da apporre sui veicoli usati per la commissione dei reati;
- Armi, strumenti di effrazione e vari jammer per inibire i segnali di trasmissione di eventuali microspie e gps collegati ai sistemi antifurto della auto appena rubate.
- 22 furti di autovetture, con contestuale riciclaggio dei pezzi "tagliati";
- La rapina a mano armata del 1° aprile in Bitonto, allorquando sulla strada provinciale 231, cinque di loro travisati e armati di un fucile a canne mozze, avevano sequestrato un autotrasportatore, sottraendo i prodotti alimentari trasportati nel suo furgone frigo.