Cronaca
Ostriche per pilotare le sentenze, prescrizione per i giudici di pace di Bitonto
Il processo, sulla base di un'indagine della Procura di Lecce, riguardava un presunto sistema messo in piedi tra il 2006 e il 2008
Bitonto - mercoledì 6 luglio 2022
10.19
A quasi 16 anni dai fatti, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio, per prescrizione di tutti i reati, le condanne nei confronti di nove imputati, tra i quali sette ex giudici di pace anche di Bitonto, imputati per decine di episodi di presunte corruzioni in atti giudiziari.
Il processo, sulla base di una indagine della Procura di Lecce, riguardava un presunto sistema messo in piedi tra il 2006 e il 2008 negli uffici dei giudici di pace di Bari, Modugno, Bitonto, Altamura e Corato, per assegnare le cause a magistrati amici e dirottare le sentenze per restituzione di patenti revocate a sorvegliati speciali o cancellazione di multe, in favore di avvocati compiacenti, in cambio di costosi regali, come aragoste, caviale e champagne.
Inizialmente gli imputati erano più di venti, tra giudici, avvocati e intermediari. Una bufera giudiziaria che in secondo grado si era conclusa con nove condanne fino ai 4 anni di reclusione. La Suprema Corte ha dichiarato prescritti i reati, su richiesta dello stesso procuratore generale, confermando però il risarcimento danni di 50mila euro al Comune di Bari, costituito parte civile.
Il processo, sulla base di una indagine della Procura di Lecce, riguardava un presunto sistema messo in piedi tra il 2006 e il 2008 negli uffici dei giudici di pace di Bari, Modugno, Bitonto, Altamura e Corato, per assegnare le cause a magistrati amici e dirottare le sentenze per restituzione di patenti revocate a sorvegliati speciali o cancellazione di multe, in favore di avvocati compiacenti, in cambio di costosi regali, come aragoste, caviale e champagne.
Inizialmente gli imputati erano più di venti, tra giudici, avvocati e intermediari. Una bufera giudiziaria che in secondo grado si era conclusa con nove condanne fino ai 4 anni di reclusione. La Suprema Corte ha dichiarato prescritti i reati, su richiesta dello stesso procuratore generale, confermando però il risarcimento danni di 50mila euro al Comune di Bari, costituito parte civile.