Politica
Pagamenti sbloccati ai tirocinanti di Garanzia giovani
Damascelli: «Merito della mia mozione». Laricchia: «Balle. Caso montato per prendersi meriti inesistenti»
Bitonto - lunedì 8 luglio 2019
18.33
Una mozione, approvata all'unanimità, per sbloccare i pagamenti dei tirocinanti di Garanzia Giovani, che però sarebbero stati sbloccati da settimane. Scambio di accuse al consiglio regionale pugliese dove il rappresentante di Forza Italia, Domenico Damascelli, e quello del Movimento 5 Stelle, Antonella Laricchia, si sono confrontati a muso duro sui giornali del territorio.
«È stata una brutta pagina – aveva detto Damascelli commentando i ritardi nei pagamenti - perché in questo caso è stato proprio lo Stato a dare un pessimo esempio dimostrandosi cattivo pagatore nei confronti di giovani che hanno adempiuto al loro dovere e che, in alcuni casi, versavano in condizioni economiche precarie. La Puglia si è fatta sentire: il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la mozione da me presentata per sollecitare il Governo e soprattutto il Ministero del Lavoro a sanare questa situazione assolutamente ingiusta. La nostra voce non è rimasta inascoltata e siamo lieti di di aver consentito a tanti giovani di poter ricevere i pagamenti per il lavoro svolto».
A smentire il forzista ci ha pensato a stretto giro la Laricchia, che ha spiegato come i pagamenti per i tirocini di Garanzia Giovani fossero in realtà «ripresi regolarmente già da settimane come mi hanno comunicato dall'assessorato nei giorni scorsi, ringraziandomi per l'intervento. Come ho già avuto modo di spiegare più volte, stavamo già avendo una proficua interlocuzione con gli uffici competenti ben prima della mozione approvata in Consiglio, tanto che la situazione si era sbloccata già il giorno dopo».
«I tirocinanti - ha aggiunto la Laricchia - stanno già ricevendo quello che gli spettava. Il consigliere Damascelli se ne faccia una ragione: non è Roma che dorme, ma la Regione. Dispiace si sia voluto montare il caso solo per apparire sui giornali e prendersi meriti inesistenti. Appena venuta a conoscenza della situazione sono intervenuta assicurandomi che tutto si risolvesse prima possibile, come gli ho spiegato anche in aula mentre presentava la mozione. Mi dispiace dirgli che la sua mozione giace ancora in qualche cassetto, come purtroppo tante approvate in aula».
«È stata una brutta pagina – aveva detto Damascelli commentando i ritardi nei pagamenti - perché in questo caso è stato proprio lo Stato a dare un pessimo esempio dimostrandosi cattivo pagatore nei confronti di giovani che hanno adempiuto al loro dovere e che, in alcuni casi, versavano in condizioni economiche precarie. La Puglia si è fatta sentire: il Consiglio regionale ha approvato all'unanimità la mozione da me presentata per sollecitare il Governo e soprattutto il Ministero del Lavoro a sanare questa situazione assolutamente ingiusta. La nostra voce non è rimasta inascoltata e siamo lieti di di aver consentito a tanti giovani di poter ricevere i pagamenti per il lavoro svolto».
A smentire il forzista ci ha pensato a stretto giro la Laricchia, che ha spiegato come i pagamenti per i tirocini di Garanzia Giovani fossero in realtà «ripresi regolarmente già da settimane come mi hanno comunicato dall'assessorato nei giorni scorsi, ringraziandomi per l'intervento. Come ho già avuto modo di spiegare più volte, stavamo già avendo una proficua interlocuzione con gli uffici competenti ben prima della mozione approvata in Consiglio, tanto che la situazione si era sbloccata già il giorno dopo».
«I tirocinanti - ha aggiunto la Laricchia - stanno già ricevendo quello che gli spettava. Il consigliere Damascelli se ne faccia una ragione: non è Roma che dorme, ma la Regione. Dispiace si sia voluto montare il caso solo per apparire sui giornali e prendersi meriti inesistenti. Appena venuta a conoscenza della situazione sono intervenuta assicurandomi che tutto si risolvesse prima possibile, come gli ho spiegato anche in aula mentre presentava la mozione. Mi dispiace dirgli che la sua mozione giace ancora in qualche cassetto, come purtroppo tante approvate in aula».