Cronaca
Passante uccisa a Bitonto: arrestati i killer dell'83enne. I NOMI
Anna Rosa Tarantino fu uccisa in strada. Gli arrestati appartengono ai clan rivali Conte e Cipriano
Bitonto - sabato 17 marzo 2018
11.33
Operazione di Polizia e Carabinieri all'alba a Bitonto: agenti e militari hanno arrestato sette persone (sei in carcere, uno ai domiciliari) appartenenti ai clan Conte e Cipriano nell'ambito delle indagini sull'omicidio della pensionata 83enne Anna Rosa Tarantino, ammazzata per sbaglio il 30 dicembre scorso nella centralissima via della Marteri, a Bitonto, durante una sparatoria tra clan rivali.
In quella circostanza fu ferito anche il 20enne Giuseppe Casadibari, affiliato a uno dei gruppi rivali che si contendono il traffico di droga nel centro bitontino, che si pentì poche ore dopo in ospedale.
Gli arrestati - tra cui gli esecutori materiale del delitto - sono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, e sono accusati, a vario titolo, di omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, minaccia e violenza privata; reati tutti aggravati dall'aver agito con l'aggravante del metodo mafioso.
La custodia in carcere è stata disposta per Francesco Colasuonno, 31enne, Benito Ruggiero, 28enne, Rocco Mena, 30enne, Rocco Papaleo, 38enne, Michele Sabba, 24enne e Cosimo Liso, 23enne. Agli arresti domiciliari solo il 45enne Michele Rizzo. Sabba e Papaleo sarebbero considerati gli esecutori materiali della sparatoria.
Le indagini di Polizia e Carabinieri, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di ricostruire la faida in atto a Bitonto, tra il gruppo denominato Conte, operativo nella periferia urbana e precisamente nel complesso di case popolari di quella via Pertini e il gruppo denominato Cipriano, capeggiato dal pluripregiudicato Francesco Colasuonno, 31enne, inteso "Ciccio Cipriano", operativo nel centro storico del suddetto Comune; entrambi attivi nel settore del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo di piazze di spaccio ricadenti nei rispettivi territori di influenza.
Detti contrasti, datati nel tempo, hanno fatto registrare una recrudescenza nello scorso autunno 2017, a seguito della defezione di taluni esponenti del gruppo "Cipriano" transitati nel rivale gruppo "Conte". Di tale scissione si è avvantaggiata la consorteria attiva nella periferia cittadina, che ha così creato una enclave nel borgo antico, nella quale è stata immediatamente attivata una piazza di spaccio. Ciò contrastava con gli analoghi interessi del gruppo Cipriano che, fino a quel momento egemone nel centro storico bitontino, ha visto così minacciato l'indotto proveniente dal mercato degli stupefacenti.
In tale quadro, a partire dalla vigilia di Natale dello scorso anno, in un crescendo di episodi di violenza ed aggressioni, i due gruppi rivali si sono affrontati armi in pugno, fino alla giornata del 29 dicembre, allorquando, esponenti del gruppo Cipriano hanno intimato all'ex sodale Cosimo Liso (fratello del predetto Domenico), anche lui transitato nel gruppo Conte, di abbandonare la propria abitazione nel centro storico.
Tale minaccia ha provocato la reazione di Liso che, secondo gli accertamenti investigativi, nella prima mattina del 30 dicembre, con una prima azione armata, ha innescato, in un meccanismo di "botta e risposta", una serie di azioni di fuoco per le vie di Bitonto, culminate con la tragica sparatoria a seguito della quale è stata mortalmente ferita la vedova Tarantino e ferito anche il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari.
In quella circostanza fu ferito anche il 20enne Giuseppe Casadibari, affiliato a uno dei gruppi rivali che si contendono il traffico di droga nel centro bitontino, che si pentì poche ore dopo in ospedale.
Gli arrestati - tra cui gli esecutori materiale del delitto - sono destinatari di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Giovanni Anglana, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, e sono accusati, a vario titolo, di omicidio, tentato omicidio, spari in luogo pubblico, detenzione e porto abusivo di armi, minaccia e violenza privata; reati tutti aggravati dall'aver agito con l'aggravante del metodo mafioso.
La custodia in carcere è stata disposta per Francesco Colasuonno, 31enne, Benito Ruggiero, 28enne, Rocco Mena, 30enne, Rocco Papaleo, 38enne, Michele Sabba, 24enne e Cosimo Liso, 23enne. Agli arresti domiciliari solo il 45enne Michele Rizzo. Sabba e Papaleo sarebbero considerati gli esecutori materiali della sparatoria.
Le indagini di Polizia e Carabinieri, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di ricostruire la faida in atto a Bitonto, tra il gruppo denominato Conte, operativo nella periferia urbana e precisamente nel complesso di case popolari di quella via Pertini e il gruppo denominato Cipriano, capeggiato dal pluripregiudicato Francesco Colasuonno, 31enne, inteso "Ciccio Cipriano", operativo nel centro storico del suddetto Comune; entrambi attivi nel settore del traffico e della commercializzazione di sostanze stupefacenti, attraverso il controllo di piazze di spaccio ricadenti nei rispettivi territori di influenza.
Detti contrasti, datati nel tempo, hanno fatto registrare una recrudescenza nello scorso autunno 2017, a seguito della defezione di taluni esponenti del gruppo "Cipriano" transitati nel rivale gruppo "Conte". Di tale scissione si è avvantaggiata la consorteria attiva nella periferia cittadina, che ha così creato una enclave nel borgo antico, nella quale è stata immediatamente attivata una piazza di spaccio. Ciò contrastava con gli analoghi interessi del gruppo Cipriano che, fino a quel momento egemone nel centro storico bitontino, ha visto così minacciato l'indotto proveniente dal mercato degli stupefacenti.
In tale quadro, a partire dalla vigilia di Natale dello scorso anno, in un crescendo di episodi di violenza ed aggressioni, i due gruppi rivali si sono affrontati armi in pugno, fino alla giornata del 29 dicembre, allorquando, esponenti del gruppo Cipriano hanno intimato all'ex sodale Cosimo Liso (fratello del predetto Domenico), anche lui transitato nel gruppo Conte, di abbandonare la propria abitazione nel centro storico.
Tale minaccia ha provocato la reazione di Liso che, secondo gli accertamenti investigativi, nella prima mattina del 30 dicembre, con una prima azione armata, ha innescato, in un meccanismo di "botta e risposta", una serie di azioni di fuoco per le vie di Bitonto, culminate con la tragica sparatoria a seguito della quale è stata mortalmente ferita la vedova Tarantino e ferito anche il giovane gregario del gruppo Cipriano, Giuseppe Casadibari.