Territorio e Ambiente
Peggior annata di sempre ma cisterne piene d'olio invenduto. È speculazione?
Certo il presidente di Italia Olivicola, Sicolo: «Vogliono sdoganare le frodi». Intanto olivicoltori di 15 regioni sostengono i gilet arancioni
Bitonto - domenica 3 febbraio 2019
12.40
Quella appena trascorsa è stata una delle peggiori annate di sempre per la raccolta olivicola eppure le cisterne sono piene di olio extravergine d'oliva invenduto, alimentando il dubbio che all'orizzonte si stia profilando il rischio della speculazione sul prodotto. Ne è certo il presidente del consorzio Italia Olivicola, il bitontino Gennaro Sicolo, che ha spiegato come i dati pubblicati dall'ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi), tratti dal sistema di tracciabilità telematica, dicano che «a fine settembre 2018, il 25% della produzione di olio extra vergine di oliva ottenuta nel corso della campagna 2017-2018 era ancora detenuta invenduta ed allo stato sfuso dagli operatori. Si tratta di 100mila tonnellate di ottimo olio extravergine d'oliva italiano che non è stato commercializzato, in un'annata dove, secondo le elaborazioni Ismea, si sarebbe raggiunto il picco dei consumi interni delle ultime quattro campagne di commercializzazione. Per le produzioni certificate va ancora peggio. Le giacenze di olio extra vergine di oliva riconosciuto come DOP/IGP o come biologico, all'inizio della corrente campagna di commercializzazione (primi di ottobre), hanno addirittura superato il 100% del volume di produzione annuale».
«Se il prodotto italiano non viene venduto, come dimostrano i numeri – ha spiegato Sicolo - è ragionevole pensare che nelle bottiglie venga spacciato per italiano olio che in realtà non lo è. Siamo al centro di una grande speculazione che mira ad affossare l'olivicoltura italiana costringendo gli agricoltori a svendere il prodotto di qualità a prezzi bassissimi, così come succede in Spagna e Tunisia. Non si spiegano altrimenti, d'altronde, i primi riscontri sugli scaffali con prodotti definiti "100% italiani" venduti a 2,99 euro al litro. Occorrono maggiori controlli, sempre più in profondità per evitare che simili storture si manifestino. Combatteremo questo sistema in maniera forte e netta, augurandoci un intervento concreto e deciso del governo, per evitare che le frodi, le contraffazioni e le truffe nei confronti degli agricoltori e dei consumatori possano diventare la normalità».
Una battaglia che è al centro delle proteste di questi giorni da parte dei gilet arancioni, con i quali Italia Olivicola si è subito schierata, e che in queste ore hanno ottenuto in pratica il sostegno degli olivicoltori di 15 regioni italiane.
«I Presidenti delle 57 organizzazioni di produttori aderenti a Italia Olivicola – hanno spiegato dall'organizzazione del presidente Sicolo - hanno deliberato all'unanimità la totale condivisione della piattaforma di richieste avanzata dagli olivicoltori pugliesi. Temi come la xylella, le frodi in commercio, la necessità di aumentare la produzione olivicola, infatti, devono essere posti al centro dell'agenda politica nazionale ed è necessaria la massima sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale».
A partire già dalla prossima settimana, saranno organizzati diversi incontri in ogni Regione per affrontare tutte le questioni in campo, mentre si definiscono i dettagli della grande manifestazione di Roma del 14 febbraio cui parteciperanno anche i rappresentanti delle 57 organizzazioni di produttori che fanno capo a Italia Olivicola.
«Se il prodotto italiano non viene venduto, come dimostrano i numeri – ha spiegato Sicolo - è ragionevole pensare che nelle bottiglie venga spacciato per italiano olio che in realtà non lo è. Siamo al centro di una grande speculazione che mira ad affossare l'olivicoltura italiana costringendo gli agricoltori a svendere il prodotto di qualità a prezzi bassissimi, così come succede in Spagna e Tunisia. Non si spiegano altrimenti, d'altronde, i primi riscontri sugli scaffali con prodotti definiti "100% italiani" venduti a 2,99 euro al litro. Occorrono maggiori controlli, sempre più in profondità per evitare che simili storture si manifestino. Combatteremo questo sistema in maniera forte e netta, augurandoci un intervento concreto e deciso del governo, per evitare che le frodi, le contraffazioni e le truffe nei confronti degli agricoltori e dei consumatori possano diventare la normalità».
Una battaglia che è al centro delle proteste di questi giorni da parte dei gilet arancioni, con i quali Italia Olivicola si è subito schierata, e che in queste ore hanno ottenuto in pratica il sostegno degli olivicoltori di 15 regioni italiane.
«I Presidenti delle 57 organizzazioni di produttori aderenti a Italia Olivicola – hanno spiegato dall'organizzazione del presidente Sicolo - hanno deliberato all'unanimità la totale condivisione della piattaforma di richieste avanzata dagli olivicoltori pugliesi. Temi come la xylella, le frodi in commercio, la necessità di aumentare la produzione olivicola, infatti, devono essere posti al centro dell'agenda politica nazionale ed è necessaria la massima sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale».
A partire già dalla prossima settimana, saranno organizzati diversi incontri in ogni Regione per affrontare tutte le questioni in campo, mentre si definiscono i dettagli della grande manifestazione di Roma del 14 febbraio cui parteciperanno anche i rappresentanti delle 57 organizzazioni di produttori che fanno capo a Italia Olivicola.