Territorio e Ambiente
Pini abbattuti in via Traiana, Fare Verde: «Subito un piano di riforestazione»
Per l’associazione ambientalista bitontina prima delle conseguenze estreme necessario curare le cause
Bitonto - venerdì 14 dicembre 2018
8.15
La sicurezza delle persone è di certo l'esigenza prioritaria, ma piuttosto che arrivare alla conseguenza estrema dell'abbattimento di un albero bisogna intervenire prima che diventi un pericolo e, in ogni caso, prevedere la sostituzione della pianta eliminata. È questa, in estrema sintesi, la posizione dell'associazione ambientalista Fare Verde di Bitonto, intervenuta sulla questione dell'abbattimento di alcuni pini secolari su via Traiana.
«Come spesso accade – spiega Beppe Cazzolla, responsabile locale di Fare Verde - manca l'informazione riguardo alle motivazioni per cui si interviene sugli alberi, accompagnata da poca trasparenza rispetto alla futura sostituzione di quanto tagliato. E, pertanto, quello che potrebbe essere un piano di gestione del verde urbano, agli occhi della cittadinanza, viene visto come un mero piano di abbattimento indiscriminato».
Citando il professor Francesco Ferrini, del Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente, dell'Università degli Studi di Firenze, gli ambientalisti spiegano come a Bitonto sia mancata «un'anamnesi del singolo albero, di parte o dell'intero patrimonio arboreo, cioè la raccolta di tutte quelle informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare a indirizzarsi verso una diagnosi. Quasi sempre si preferisce trovare la soluzione facile, quella a portata di mano, abbattimenti e capitozzature, senza pensare che sono proprio quest'ultime, insieme agli scavi che distruggono l'apparato radicale, a indebolire gli alberi e a renderli meno stabili». L'invito è a «gestire al meglio il nostro patrimonio arboreo sapendo che possono esserci problemi con certe specie ed evitiamo in futuro di piantarle laddove potrebbero creare problemi e nelle situazioni in cui la competizione albero-manufatti potrebbe essere ingestibile».
La richiesta di Fare Verde Bitonto è allora «un piano di riforestazione della città che contempli alberi di alto fusto ed essenze autoctone, prevedendo, in caso di taglio, un'adeguata compensazione, con la contestuale piantumazione di nuovi alberi. In questo senso, in ossequio alla legge 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), chiede di valutare anche gli eventuali abbattimenti di alberi vecchi o che possono arrecare pregiudizio alla sicurezza di pedoni e automobilisti (quali i pini a bordo strada), ma, esclusivamente, dopo averne accertata e periziata la rigorosa impossibilità della messa in sicurezza».
Inadempiente o quantomeno "silente" sarebbe il Comune sull'obbligo «di messa a dimora di un albero per ogni bambino nato o adottato nel comune; una disposizione mai applicata, nonostante innumerevoli solleciti e richiami pervenuti nel tempo».
«In ogni caso – conclude Cazzolla - l'associazione chiede, nell'ambito di una pianificazione del verde pubblico e nella puntuale e rigorosa attuazione di un regolamento per il verde pubblico e privato, che venga data priorità alla gestione del verde, allo sfalcio, alla potatura dei rami secchi, alla individuazione di nuove aree verdi e alla riqualificazione del bosco comunale di Bitonto che da decenni versa in pessime condizioni».
«Come spesso accade – spiega Beppe Cazzolla, responsabile locale di Fare Verde - manca l'informazione riguardo alle motivazioni per cui si interviene sugli alberi, accompagnata da poca trasparenza rispetto alla futura sostituzione di quanto tagliato. E, pertanto, quello che potrebbe essere un piano di gestione del verde urbano, agli occhi della cittadinanza, viene visto come un mero piano di abbattimento indiscriminato».
Citando il professor Francesco Ferrini, del Dipartimento di Scienze Produzioni Agroalimentari e dell'Ambiente, dell'Università degli Studi di Firenze, gli ambientalisti spiegano come a Bitonto sia mancata «un'anamnesi del singolo albero, di parte o dell'intero patrimonio arboreo, cioè la raccolta di tutte quelle informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare a indirizzarsi verso una diagnosi. Quasi sempre si preferisce trovare la soluzione facile, quella a portata di mano, abbattimenti e capitozzature, senza pensare che sono proprio quest'ultime, insieme agli scavi che distruggono l'apparato radicale, a indebolire gli alberi e a renderli meno stabili». L'invito è a «gestire al meglio il nostro patrimonio arboreo sapendo che possono esserci problemi con certe specie ed evitiamo in futuro di piantarle laddove potrebbero creare problemi e nelle situazioni in cui la competizione albero-manufatti potrebbe essere ingestibile».
La richiesta di Fare Verde Bitonto è allora «un piano di riforestazione della città che contempli alberi di alto fusto ed essenze autoctone, prevedendo, in caso di taglio, un'adeguata compensazione, con la contestuale piantumazione di nuovi alberi. In questo senso, in ossequio alla legge 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), chiede di valutare anche gli eventuali abbattimenti di alberi vecchi o che possono arrecare pregiudizio alla sicurezza di pedoni e automobilisti (quali i pini a bordo strada), ma, esclusivamente, dopo averne accertata e periziata la rigorosa impossibilità della messa in sicurezza».
Inadempiente o quantomeno "silente" sarebbe il Comune sull'obbligo «di messa a dimora di un albero per ogni bambino nato o adottato nel comune; una disposizione mai applicata, nonostante innumerevoli solleciti e richiami pervenuti nel tempo».
«In ogni caso – conclude Cazzolla - l'associazione chiede, nell'ambito di una pianificazione del verde pubblico e nella puntuale e rigorosa attuazione di un regolamento per il verde pubblico e privato, che venga data priorità alla gestione del verde, allo sfalcio, alla potatura dei rami secchi, alla individuazione di nuove aree verdi e alla riqualificazione del bosco comunale di Bitonto che da decenni versa in pessime condizioni».