Cronaca
«Positiva al Covid, ignorata da tutti: vi racconto la mia odissea»
Una donna di Bitonto chiusa in casa col marito da giorni: «Lui, per legge, non può aprire l'attività, ma secondo il nostro medico potremmo uscire»
Bitonto - martedì 10 novembre 2020
10.03
Disinteresse, superficialità e approssimazione. Sono le accuse rivolte ai cittadini poco inclini a rispettare le norme anti covid e per questo sovente sanzionati, ma se sono le istituzioni a comportarsi così? È accaduto a Bitonto a una quarantenne e a suo marito, da giorni chiusi in casa per una positività al coronavirus, ma, di fatto, ignorati dalle istituzioni che dovrebbero occuparsi della loro situazione sanitaria e sociale.
«Martedì 27 ottobre ho fatto il tampone – racconta Marina (il nome è di fantasia) - non avevo sintomi: l'ho fatto per eccesso di zelo. Comunque nel pomeriggio ritiro il risultato e sono positiva. Mi metto in quarantena e con me mio marito, che ha un barbiere e quindi è costretto a chiudere. Ci siamo denunciati immediatamente al nostro medico di base e così è iniziata la nostra triste storia. Oggi sono 15 giorni che siamo in quarantena: non ci ha contattati nessuno». D'altra parte, è inutile anche chiamare i contatti diffusi dalla Regione per ricevere assistenza, visto che sono sbagliati. La donna, infatti, esasperata dal disinteresse verso la sua situazione, ha provato a chiamare il numero verde 800055955, pubblicizzato come come numero per info covid, ma paradossalmente «risponde il reparto MAMMOGRAFIA – continua Marina - ho provato a chiedere aiuto al sindaco per capire se c'é qualcuno che posso contattare per effettuare il tampone a casa, pagando, ovviamente. Ma nulla. Il sindaco non risponde».
Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, il medico di base della donna si è degnato, attraverso il segretario, di una risposta: «Se per 11 giorni non avete sintomi potete tranquillamente uscire e tornare alla normalità». Senza un tampone che stabilisca la negatività, senza una visita, senza lo straccio di un consulto medico.
«Prima di uscire di casa faremo il tampone privatamente – dice Marina – perchè non vogliamo mettere a repentaglio l'incolumità di nessuno, ma è assurdo che si lasci la responsabilità delle scelte mediche e della possibile diffusione di un cluster di contagi alla discrezione del singolo».
«Martedì 27 ottobre ho fatto il tampone – racconta Marina (il nome è di fantasia) - non avevo sintomi: l'ho fatto per eccesso di zelo. Comunque nel pomeriggio ritiro il risultato e sono positiva. Mi metto in quarantena e con me mio marito, che ha un barbiere e quindi è costretto a chiudere. Ci siamo denunciati immediatamente al nostro medico di base e così è iniziata la nostra triste storia. Oggi sono 15 giorni che siamo in quarantena: non ci ha contattati nessuno». D'altra parte, è inutile anche chiamare i contatti diffusi dalla Regione per ricevere assistenza, visto che sono sbagliati. La donna, infatti, esasperata dal disinteresse verso la sua situazione, ha provato a chiamare il numero verde 800055955, pubblicizzato come come numero per info covid, ma paradossalmente «risponde il reparto MAMMOGRAFIA – continua Marina - ho provato a chiedere aiuto al sindaco per capire se c'é qualcuno che posso contattare per effettuare il tampone a casa, pagando, ovviamente. Ma nulla. Il sindaco non risponde».
Dopo innumerevoli tentativi andati a vuoto, il medico di base della donna si è degnato, attraverso il segretario, di una risposta: «Se per 11 giorni non avete sintomi potete tranquillamente uscire e tornare alla normalità». Senza un tampone che stabilisca la negatività, senza una visita, senza lo straccio di un consulto medico.
«Prima di uscire di casa faremo il tampone privatamente – dice Marina – perchè non vogliamo mettere a repentaglio l'incolumità di nessuno, ma è assurdo che si lasci la responsabilità delle scelte mediche e della possibile diffusione di un cluster di contagi alla discrezione del singolo».