Cronaca
Prostituta accoltellata in un casolare: chiesta archiviazione per 42enne di Bitonto
La Procura di Trani scagiona l'uomo accusato di aver rapinato e tentato di uccidere una 21enne colombiana
Bitonto - giovedì 25 marzo 2021
11.57
Era al mare con la famiglia e non poteva essere il colpevole del reato che gli veniva contestato. È questa la motivazione alla base della richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Trani nei confronti di Giuseppe Robles, 42enne di Bitonto, accusato di aver accoltellato una prostituta in un casolare di Terlizzi.
L'episodio risale al 14 luglio del 2019, quando la vittima, una 21enne di origini colombiane, fu assalita da un cliente che dopo aver ricevuto prestazioni sessuali l'aveva minacciata con un coltello, rapinata del denaro (30 euro) e dei gioielli (un paio di orecchini) che aveva con sé, inferendole pure diverse coltellate al torace e alle gambe per poi scappare lasciandola in un pozza di sangue. A pochi giorni dal delitto il 42enne venne arrestato dai Carabinieri, ma poi tornò in libertà.
L'uomo, inizialmente accusato di tentato omicidio, rapina e detenzione illegale di un coltello, dichiarò subito di non poter essere il responsabile del reato che gli veniva contestato visto che in quel momento si trovava al mare con la propria famiglia. Ed anche nell'incidente probatorio, un momento processuale che servì a cristalizzare la testimonianza della vittima della violenza, la 21enne sudamericana dichiarò di non riconoscere nell'indagato l'autore della violenza subita.
Una circostanza poi confermata dagli accertamenti tecnici - ci sono anche fotografie e testimoni che accertano la presenza dell'uomo al mare con la famiglia quel giorno - che hanno escluso ogni responsabilità, confermando l'alibi del 42enne di Bitonto, assistito dagli avvocati Andrea Melpignano e Pino Giulitto.
L'episodio risale al 14 luglio del 2019, quando la vittima, una 21enne di origini colombiane, fu assalita da un cliente che dopo aver ricevuto prestazioni sessuali l'aveva minacciata con un coltello, rapinata del denaro (30 euro) e dei gioielli (un paio di orecchini) che aveva con sé, inferendole pure diverse coltellate al torace e alle gambe per poi scappare lasciandola in un pozza di sangue. A pochi giorni dal delitto il 42enne venne arrestato dai Carabinieri, ma poi tornò in libertà.
L'uomo, inizialmente accusato di tentato omicidio, rapina e detenzione illegale di un coltello, dichiarò subito di non poter essere il responsabile del reato che gli veniva contestato visto che in quel momento si trovava al mare con la propria famiglia. Ed anche nell'incidente probatorio, un momento processuale che servì a cristalizzare la testimonianza della vittima della violenza, la 21enne sudamericana dichiarò di non riconoscere nell'indagato l'autore della violenza subita.
Una circostanza poi confermata dagli accertamenti tecnici - ci sono anche fotografie e testimoni che accertano la presenza dell'uomo al mare con la famiglia quel giorno - che hanno escluso ogni responsabilità, confermando l'alibi del 42enne di Bitonto, assistito dagli avvocati Andrea Melpignano e Pino Giulitto.