raccolta rifiuti SANB
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Raccolta rifiuti a Bitonto, Sinistra Italiana scuote la politica: «La SANB è un obbligo di legge»

Il partito contro gli oppositori interni e il campanilismo di Molfetta e Corato che rischia di scaricare i lavoratori ASV ai privati

La legge obbliga il comune di Bitonto e gli altri che compongono l'ARO a gestire la raccolta dei rifiuti in maniera unitaria e chi dice il contrario in città mente in maniera evidente, mentre l'atteggiamento dei comuni di Corato e Molfetta rischia seriamente di far finire i dipendenti dell'ASV nelle mani di una ditta privata. Sono queste, in estrema sintesi, la posizioni di Sinistra Italiana Bitonto che ha voluto squarciare un velo sulla situazione della SANB, la nuova società pubblica costituita nel 2014 per gestire la raccolta dei rifiuti dei comuni dell'ARO (oltre a Bitonto anche Corato, Molfetta, Ruvo di Puglia e Terlizzi) ma in realtà mai partita ed ora a rischio concreto di liquidazione.

«Le forze politiche che si oppongono all'avvio della società pubblica SANB – dicono da SI Bitonto - mentono sapendo di mentire».
Il riferimento è alla Legge Regionale 24/2012 che «impone che i servizi pubblici locali a rilevanza economica siano organizzati ed erogati all'interno di ambiti territoriali ottimali al fine di consentire economie di scala idonee a massimizzare l'efficienza del servizio» e «i comuni rientranti negli ARO hanno l'obbligo di affidare il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto in forma unitaria».
Ricordando come a Molfetta e Corato la gestione dei rifiuti sia affidata a due società in house, l'ASM Spa e l'ASIPU, mentre a Terlizzi sia la stessa ASIPU - «mediante accordi, di cui non si conosce la natura e le fonti normative su cui si fondano», tengono a puntualizzare da SI – gli attivisti fanno notare come a Bitonto «il servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti urbani è gestito dalla società mista pubblico privata ASV SPA, con un contratto in perenne proroga e per giunta illegittimo secondo l'AVCP, ora ANAC».

Una situazione che, «per puro campanilismo», avrebbe causato lo stallo attuale. «Il Comune di Corato ha già una società in house - continua la nota stampa - e non vede l'esigenza di crearne un'altra! Il Comune di Molfetta, oltre alla stessa motivazione del Comune di Corato, possiede un ulteriore punto di forza, in quanto per il tramite della ASM SpA gestisce impianti di proprietà per il trattamento dei rifiuti. Sono dunque i centri di potere acquisiti che non hanno permesso l'avvio delle attività della SANB! Tutti ignorano o meglio fanno finta di ignorare che il servizio unitario è un obbligo di legge!».
Per SI Bitonto, Molfetta avrebbe poi "sbagliato i calcoli" perchè, pur in possesso di impianti di trattamento di rifiuti, non avrebbe fatto i conti col fatto che «è l'Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti (AGER), a disciplinare i flussi dei rifiuti urbani indifferenziati da avviare a smaltimento e dei rifiuti urbani da avviare a recupero e riciclaggio inclusa la frazione organica». E quindi «ogni finanziamento regionale, destinato alla realizzazione e all'adeguamento impiantistico pubblico per il trattamento dei rifiuti urbani viene condiviso con l'AGER che è il soggetto beneficiario ed attuatore degli interventi! Non potrebbe, dunque, il singolo Comune proprietario di un impianto di compostaggio, attingere a risorse regionali per gestire in proprio i rifiuti rivenienti da altri comuni!».

Il rischio concreto per Bitonto è che, se la SANB dovesse definitivamente arenarsi, la Regione nominerebbe un commissario ad acta per avviare una procedura di gara europea per la gestione unitaria dei rifiuti.
«Così operando – spiegano da SI - i Comuni di Molfetta e Corato avrebbero due anni di tempo per continuare a gestire con le società in house i servizi di igiene urbana per poi confluire nella società privata vincitrice della gara di appalto comunitaria. L'ASV di Bitonto, invece, vedrebbe da subito i propri dipendenti al servizio di una società privata!».

«Noi uomini e donne di sinistra, della sinistra radicale, non potremmo tollerare che lavoratori di società pubbliche possano passare alle dipendenze di società private – concludono da SI invitando i comuni dell'ARO a rilanciare la SANB - solo perché si pensa solo a coltivare il proprio "orticello" di potere annebbiando la visione d'insieme per la salvaguardia dei dipendenti e degli operai dei servizi di igiene urbana».
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