Politica
Raccolta rifiuti, Sanb in liquidazione. Daucelli attacca: «Esautorato il consiglio»
Abbaticchio: «Procedimento dovuto. Il consiglio deciderà entro il 30 settembre»
Bitonto - mercoledì 30 agosto 2017
12.06
Avviata la procedura di liquidazione che potrebbe portare alla morte, prematura, della SANB, la società Servizi Ambientali Nord Barese costituita a dicembre 2014 perché gestisse il ciclo dei rifiuti nei comuni dell'aro Ba 1 (Terlizzi, Bitonto, Corato, Molfetta e Ruvo di Puglia) come ordinato dalla Regione Puglia, ma in realtà mai operativa.
Proprio a causa di questa mancanza di operatività che le avrebbe consentito di lavorare e fatturare, la società è andata ben presto in perdita, visto che ha dovuto in ogni caso pagare gli emolumenti per il collegio dei revisori dei conti. Per questo motivo il notaio incaricato ha disposto l'avvio della procedura di messa in liquidazione. Una scelta fortemente criticata dal consigliere comunale d'opposizione di Bitonto, Michele Daucelli (IpC).
«Avrebbe dovuto essere il consiglio comunale a decidere se mettere in liquidazione la società – ha attaccato a più riprese l'ex assessore al Bilancio del primo governo Abbaticchio – in questo modo i consiglieri sono stati esautorati dalle loro legittime funzioni, oltre al fatto che per venire a conoscenza della situazione della società ho dovuto richiedere una visura camerale, visto che dall'amministrazione non era possibile ricevere informazioni sulla questione».
Sulla vicenda in effetti si sono già espressi i consigli comunali degli altri enti locali coinvolti, tutti decisi a ricapitalizzare la società per consentirle di iniziare, effettivamente, ad operare.
«Lo farà anche il comune entro il 30 settembre – assicura il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che aveva già annunciato le sue intenzioni insieme ai colleghi degli altri comuni durante l'assemblea convocata dal notaio della Sanb – come previsto per legge. Ma la procedura di messa in liquidazione non è altro che un atto dovuto, visto che si era obbligati a farlo come previsto dall'ex art 2484 punto 4 codice civile, richiamato dal notaio della Sanb a motivare la decisione. In pratica, essendo decaduti i termini per la presentazione della ricapitalizzazione della società, il consiglio d'amministrazione ha dovuto dimettersi e il procedimento di messa in liquidazione è stato un atto ex lege».
Ma perchè la Sanb non è mai stata realmente operativa?
«Il consiglio d'amministrazione si è perso in mille cavilli burocratici – ha spiegato Abbaticchio - sicuramente essenziali, ma con eccessiva lentezza. Tanto che sono stato costretto più volte a chiedere al presidente dell'Aro, il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, di accelerare e convocare il consiglio d'amministrazione. Costringendomi poi a chiedere il commissariamento dell'ARO Bari 1 che effettivamente è stato in seguito disposto dalla Regione, con la nomina del commissario straordinario Grandagnano, che si è detto già pronto a nominare il nuovo Cda».
Tutto dipenderà da quello che deciderà il consiglio comunale, quindi, che potrà deliberare di continuare con la liquidazione o ricapitalizzare la società. «Anche se vorrei raggiungere su questa questione una decisione unanime e condivisa da parte di tutto il consiglio – ha precisato il sindaco - purtroppo Bitonto paga un prezzo più alto rispetto agli altri comuni per questo stallo della Sanb. Avendo una società di gestione dei rifiuti parzialmente di proprietà di privati non possiamo affidare direttamente il servizio di raccolta dei rifiuti e non possiamo far partire il porta a porta, che richiede un invstimento da quasi 2 milioni di euro per le risorse umane e tecniche necessarie e che, per legge, non può essere fatto in condizioni di proroga del contratto. La cosa assurda è che da quando la Regione ha preso questa decisione, quasi 6 anni fa, solo un Aro in tutta la Puglia ha iniziato effettivamente ad operare. Evidentemente la scelta non è stata felice».
Proprio a causa di questa mancanza di operatività che le avrebbe consentito di lavorare e fatturare, la società è andata ben presto in perdita, visto che ha dovuto in ogni caso pagare gli emolumenti per il collegio dei revisori dei conti. Per questo motivo il notaio incaricato ha disposto l'avvio della procedura di messa in liquidazione. Una scelta fortemente criticata dal consigliere comunale d'opposizione di Bitonto, Michele Daucelli (IpC).
«Avrebbe dovuto essere il consiglio comunale a decidere se mettere in liquidazione la società – ha attaccato a più riprese l'ex assessore al Bilancio del primo governo Abbaticchio – in questo modo i consiglieri sono stati esautorati dalle loro legittime funzioni, oltre al fatto che per venire a conoscenza della situazione della società ho dovuto richiedere una visura camerale, visto che dall'amministrazione non era possibile ricevere informazioni sulla questione».
Sulla vicenda in effetti si sono già espressi i consigli comunali degli altri enti locali coinvolti, tutti decisi a ricapitalizzare la società per consentirle di iniziare, effettivamente, ad operare.
«Lo farà anche il comune entro il 30 settembre – assicura il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che aveva già annunciato le sue intenzioni insieme ai colleghi degli altri comuni durante l'assemblea convocata dal notaio della Sanb – come previsto per legge. Ma la procedura di messa in liquidazione non è altro che un atto dovuto, visto che si era obbligati a farlo come previsto dall'ex art 2484 punto 4 codice civile, richiamato dal notaio della Sanb a motivare la decisione. In pratica, essendo decaduti i termini per la presentazione della ricapitalizzazione della società, il consiglio d'amministrazione ha dovuto dimettersi e il procedimento di messa in liquidazione è stato un atto ex lege».
Ma perchè la Sanb non è mai stata realmente operativa?
«Il consiglio d'amministrazione si è perso in mille cavilli burocratici – ha spiegato Abbaticchio - sicuramente essenziali, ma con eccessiva lentezza. Tanto che sono stato costretto più volte a chiedere al presidente dell'Aro, il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, di accelerare e convocare il consiglio d'amministrazione. Costringendomi poi a chiedere il commissariamento dell'ARO Bari 1 che effettivamente è stato in seguito disposto dalla Regione, con la nomina del commissario straordinario Grandagnano, che si è detto già pronto a nominare il nuovo Cda».
Tutto dipenderà da quello che deciderà il consiglio comunale, quindi, che potrà deliberare di continuare con la liquidazione o ricapitalizzare la società. «Anche se vorrei raggiungere su questa questione una decisione unanime e condivisa da parte di tutto il consiglio – ha precisato il sindaco - purtroppo Bitonto paga un prezzo più alto rispetto agli altri comuni per questo stallo della Sanb. Avendo una società di gestione dei rifiuti parzialmente di proprietà di privati non possiamo affidare direttamente il servizio di raccolta dei rifiuti e non possiamo far partire il porta a porta, che richiede un invstimento da quasi 2 milioni di euro per le risorse umane e tecniche necessarie e che, per legge, non può essere fatto in condizioni di proroga del contratto. La cosa assurda è che da quando la Regione ha preso questa decisione, quasi 6 anni fa, solo un Aro in tutta la Puglia ha iniziato effettivamente ad operare. Evidentemente la scelta non è stata felice».