Territorio e Ambiente
Reperti preistorici in Lama Balice: la scoperta durante il trekking urbano
Decine di frammenti ceramici concentrati in particolare attorno al Maria Cristina. E forse anche i resti di una struttura
Bitonto - lunedì 11 giugno 2018
11.08
Abbracciano un periodo molto ampio, che va dalla preistoria all'epoca tardo antica durante la fase di decadenza dell'Impero Romano, ma rappresentano una prova della necessità di uno studio più approfondito di un'area praticamente ignorata dalla letteratura archeologica pugliese. Sono i reperti individuati negli scorsi giorni nella Lama Balice durante il trekking urbano organizzato dall'amministrazione comunale di Bitonto per riscoprire un'area naturale che in teoria rientra all'interno di un Parco Naturale, ma in realtà rappresenta poco più di uno spazio "selvaggio" e poco sfruttato.
All'iniziativa ha preso parte anche l'archeologa Michaela Ciocia, rimasta colpita dalla grande concentrazione di frammenti ceramici concentrati in particolare in un'area nei pressi dell'Istituto Maria Cristina di Savoia. «Sono stati rinvenuti soprattutto laddove l'azione dell'aratro ha smosso il terreno in profondità – ha spiegato la studiosa - frammenti ceramici che abbracciano un lasso cronologico molto ampio che dalla preistoria, giunge sino all'età moderna. Ciò denota la forte caratterizzazione antropica della Lama Balice anche in agro di Bitonto. D'altronde gli elementi naturali sembrano aver svolto un ruolo importante per quello che riguarda le scelte dell'uomo sui luoghi da abitare, già nelle fasi più antiche della preistoria. La lama, nel tratto di Bitonto, seppur non oggetto di indagini archeologiche sistematiche, è caratterizzata da numerosi anfratti e grotte utilizzati dall'uomo, e inoltre ha costituito un importante fonte di approvvigionamento idrico». Senza considerare che il letto del torrente "Tifre" rappresentava una vera e propria "autostrada" naturale verso la costa, attraverso cui, a dire il vero, potrebbero essere giunti gli stessi frammenti, trasportati durante le piene insieme ad altri detriti.
«Chiaramente – tiene a precisare la Ciocia – si è trattato di una semplice raccolta di frammenti ceramici e non di una vera e propria ricognizione archeologica che invece si esegue con un preciso metodo d'indagine e che in realtà sarebbe necessaria in questa zona così carica di "indizi" importanti».
E tra gli "indizi" importanti potrebbe essere considerato anche uno "strano" allineamento di massi rinvenuto sempre nella stessa zona che potrebbe ricondurre a una sorta di struttura preistorica o comunque molto antica che, se confermata, assieme ai rinvenimenti dei frammenti, potrebbe aprire la strada a una più approfondita analisi della zona. Anche perché durante gli unici lavori eseguiti nell'area, quelli per la fognatura, non era prevista, quando furono effettuati negli anni '80, la presenza di un archeologo durante gli scavi.
Il Parco di Lama Balice potrebbe nascondere un vero e proprio parco archeologico nei pressi di Bitonto? È sicuramente impossibile affermarlo adesso.
Per ora, di certo, nelle mani di chi ha visionato l'area ci sono frammenti ceramici con delle particolari incisioni "impresse" che arrivano direttamente dalla preistoria, ma anche tegole di epoca tardo antica e l'ansa "a doppio nastro" di un'anfora di epoca antica. Insomma, un luogo che adesso è marginale rispetto allo sviluppo della città quando non addirittura abbandonato ai rifiuti e al degrado, in passato era un luogo di "vita", grazie anche alle tante risorse naturali che metteva a disposizione, a partire dall'acqua. Una "miniera" di informazioni, storia e bellezza che, al momento, è solo una risorsa sprecata.
All'iniziativa ha preso parte anche l'archeologa Michaela Ciocia, rimasta colpita dalla grande concentrazione di frammenti ceramici concentrati in particolare in un'area nei pressi dell'Istituto Maria Cristina di Savoia. «Sono stati rinvenuti soprattutto laddove l'azione dell'aratro ha smosso il terreno in profondità – ha spiegato la studiosa - frammenti ceramici che abbracciano un lasso cronologico molto ampio che dalla preistoria, giunge sino all'età moderna. Ciò denota la forte caratterizzazione antropica della Lama Balice anche in agro di Bitonto. D'altronde gli elementi naturali sembrano aver svolto un ruolo importante per quello che riguarda le scelte dell'uomo sui luoghi da abitare, già nelle fasi più antiche della preistoria. La lama, nel tratto di Bitonto, seppur non oggetto di indagini archeologiche sistematiche, è caratterizzata da numerosi anfratti e grotte utilizzati dall'uomo, e inoltre ha costituito un importante fonte di approvvigionamento idrico». Senza considerare che il letto del torrente "Tifre" rappresentava una vera e propria "autostrada" naturale verso la costa, attraverso cui, a dire il vero, potrebbero essere giunti gli stessi frammenti, trasportati durante le piene insieme ad altri detriti.
«Chiaramente – tiene a precisare la Ciocia – si è trattato di una semplice raccolta di frammenti ceramici e non di una vera e propria ricognizione archeologica che invece si esegue con un preciso metodo d'indagine e che in realtà sarebbe necessaria in questa zona così carica di "indizi" importanti».
E tra gli "indizi" importanti potrebbe essere considerato anche uno "strano" allineamento di massi rinvenuto sempre nella stessa zona che potrebbe ricondurre a una sorta di struttura preistorica o comunque molto antica che, se confermata, assieme ai rinvenimenti dei frammenti, potrebbe aprire la strada a una più approfondita analisi della zona. Anche perché durante gli unici lavori eseguiti nell'area, quelli per la fognatura, non era prevista, quando furono effettuati negli anni '80, la presenza di un archeologo durante gli scavi.
Il Parco di Lama Balice potrebbe nascondere un vero e proprio parco archeologico nei pressi di Bitonto? È sicuramente impossibile affermarlo adesso.
Per ora, di certo, nelle mani di chi ha visionato l'area ci sono frammenti ceramici con delle particolari incisioni "impresse" che arrivano direttamente dalla preistoria, ma anche tegole di epoca tardo antica e l'ansa "a doppio nastro" di un'anfora di epoca antica. Insomma, un luogo che adesso è marginale rispetto allo sviluppo della città quando non addirittura abbandonato ai rifiuti e al degrado, in passato era un luogo di "vita", grazie anche alle tante risorse naturali che metteva a disposizione, a partire dall'acqua. Una "miniera" di informazioni, storia e bellezza che, al momento, è solo una risorsa sprecata.