Scuola e Lavoro
Riapertura scuole a Bitonto rinviata al 28 settembre
Abbaticchio: «Misurate sempre la temperatura ai bambini e siate attenti: solo insieme possiamo uscirne»
Bitonto - mercoledì 16 settembre 2020
07.00
Non sarà, come previsto, il 24 settembre il giorno di inizio delle attività scolastiche a Bitonto. L'inizio della scuola è stato infatti rinviato al 28 settembre, per espressa richiesta dei dirigenti scolastici, preoccupati per la mole di interventi preliminari da completare e per il ritardo con cui vengono consegnati i nuovi arredi.
Ai dirigenti serve più tempo per portare a termine le operazioni di sanificazione degli ambienti scolastici, ma anche per disporre le segnaletiche necessarie e garantire gli spazi adeguati agli alunni, al personale e alle Forze dell'Ordine, che dovranno avere un presidio fisso, anche notturno, negli edifici.
Il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha subito accolto la richiesta dei dirigenti – si tratta, ovviamente, delle scuole comunali, mentre resta in capo alla Città Metropolitana la gestione delle scuole superiori – e disponendo l'apertura al 28 settembre.
«Ma è ovvio – ha detto il primo cittadino - che dobbiamo ficcarci bene in testa che in questo momento la responsabilità della diffusione dei contagi per il mancato rispetto delle norme è in capo a ognuno di noi perchè non è possibile dotare ogni cittadino di un babysitter che gli imponga cosa fare e cosa non fare».
«Qualcuno mi ha chiesto di chiudere le scuole – ha riferito Abbaticchio – ma è evidente che non posso prendere questa decisione. Va da sé che questa eventualità andrà considerata di volta in volta in caso di contagi accertati tra la popolazione scolastica. Che noi possiamo evitare facendo quello che facevamo durante il lockdown: facendo attenzione a dove mettevamo le mani, alla loro sanificazione, ma soprattutto all'uso costante della mascherina quando si ha a che fare con altre persone».
«Il Comune, dal suo canto, sta facendo il possibile per garantire una ripresa delle attività scolastiche quanto più possibile sicura – dice Abbaticchio – abbiamo infatti acquistato 1330 nuovi banchi e 400 nuovi armadi, oltre a raddoppiare gli scuolabus in servizio per assicurare la distanza fra i ragazzi durante i trasporti, ma molto dipende da tutti noi: siamo attenti ai sintomi, misuriamo sempre la temperatura ai nostri figli prima di mandarli a scuola e siamo responsabili: solo insieme possiamo uscirne»
«Molto non è stato preparato come ci saremmo aspettati - ha poi aggiunto il sindaco - Zero strumenti per consentire ai dirigenti scolastici di controllare la temperatura ai bambini, mense nelle scuole dell'infanzia consentite con educatori in numero assolutamente esiguo per garantire le distanze, strumenti informatici fermi ancora al periodo pre-covid. A presidi e insegnanti è stata consegnata una bomba pronta ad esplodere».
«Avremmo voluto che il Ministero della Azzolina fosse stato più vicino alle esigenze 'terrene' di genitori, alunni e docenti - conclude il primo cittadino - e che, prima di parlare di rotelle sotto i banchi e di gabbie in plexiglass, avesse pensato a spazi idonei compatibili con i tempi della burocrazia, dal Parlamento stesso voluti. Prepariamoci a richiudere innumerevoli istituti alle prime avvisaglie e all'inevitabile piano di ristrutturazione culturale da sottoporre ai nostri ragazzi».
Ai dirigenti serve più tempo per portare a termine le operazioni di sanificazione degli ambienti scolastici, ma anche per disporre le segnaletiche necessarie e garantire gli spazi adeguati agli alunni, al personale e alle Forze dell'Ordine, che dovranno avere un presidio fisso, anche notturno, negli edifici.
Il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha subito accolto la richiesta dei dirigenti – si tratta, ovviamente, delle scuole comunali, mentre resta in capo alla Città Metropolitana la gestione delle scuole superiori – e disponendo l'apertura al 28 settembre.
«Ma è ovvio – ha detto il primo cittadino - che dobbiamo ficcarci bene in testa che in questo momento la responsabilità della diffusione dei contagi per il mancato rispetto delle norme è in capo a ognuno di noi perchè non è possibile dotare ogni cittadino di un babysitter che gli imponga cosa fare e cosa non fare».
«Qualcuno mi ha chiesto di chiudere le scuole – ha riferito Abbaticchio – ma è evidente che non posso prendere questa decisione. Va da sé che questa eventualità andrà considerata di volta in volta in caso di contagi accertati tra la popolazione scolastica. Che noi possiamo evitare facendo quello che facevamo durante il lockdown: facendo attenzione a dove mettevamo le mani, alla loro sanificazione, ma soprattutto all'uso costante della mascherina quando si ha a che fare con altre persone».
«Il Comune, dal suo canto, sta facendo il possibile per garantire una ripresa delle attività scolastiche quanto più possibile sicura – dice Abbaticchio – abbiamo infatti acquistato 1330 nuovi banchi e 400 nuovi armadi, oltre a raddoppiare gli scuolabus in servizio per assicurare la distanza fra i ragazzi durante i trasporti, ma molto dipende da tutti noi: siamo attenti ai sintomi, misuriamo sempre la temperatura ai nostri figli prima di mandarli a scuola e siamo responsabili: solo insieme possiamo uscirne»
«Molto non è stato preparato come ci saremmo aspettati - ha poi aggiunto il sindaco - Zero strumenti per consentire ai dirigenti scolastici di controllare la temperatura ai bambini, mense nelle scuole dell'infanzia consentite con educatori in numero assolutamente esiguo per garantire le distanze, strumenti informatici fermi ancora al periodo pre-covid. A presidi e insegnanti è stata consegnata una bomba pronta ad esplodere».
«Avremmo voluto che il Ministero della Azzolina fosse stato più vicino alle esigenze 'terrene' di genitori, alunni e docenti - conclude il primo cittadino - e che, prima di parlare di rotelle sotto i banchi e di gabbie in plexiglass, avesse pensato a spazi idonei compatibili con i tempi della burocrazia, dal Parlamento stesso voluti. Prepariamoci a richiudere innumerevoli istituti alle prime avvisaglie e all'inevitabile piano di ristrutturazione culturale da sottoporre ai nostri ragazzi».