Rischio radioattivo
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Territorio e Ambiente

Rischio radioattivo Murgia: «Smontiamo false credenze»

Il Comitato Ambiente è Vita chiarisce alcuni aspetti: «I rifiuti non provengono da centrali nucleari»

Errori, imprecisioni, false credenze che stanno alimentando un ingiustificato allarmismo. Prova a fare chiarezza sulla questione delle scorie radioattive sull'altopiano della Murgia il Comitato Ambiente è Vita, attivo a Bari, Modugno e Bitonto proprio a tutela del territorio. La questione ruota attorno alla mappa diffusa dall'ente che gestisce le scorie nucleari in Italia per individuare il sito di un deposito di stoccaggio di rifiuti radioattivi e che vede, tra le possibili mete, anche alcune località della Murgia.

«Con la sua pubblicazione – scrivono dal Comitato - tutti i cittadini organizzati e non si sono allarmati dalla possibilità di avere un deposito di scorie nucleari nelle vicinanze. Tutte le forze politiche mostrano la propria contrarietà (anche quelle storicamente a favore delle centrali nucleari). Raccolta firme e polemiche sorgono spontanee, anche a giusta ragione. Cerchiamo però di fare chiarezza, smontando qualche falsa credenza che circola in rete nelle ultime ore».

Innanzitutto «sono state individuate 67 "aree potenzialmente idonee", ma solo una sarà la sede del deposito». In più i rifiuti radioattivi «NON provengono da centrali nucleari dismesse che vanno conservati in un sito europeo, ma sono materiali a media e bassa attività». Si tratta, secondo quanto riferito dall'associazione ambientalista, «di reagenti farmaceutici, mezzi radiodiagnostici degli ospedali (come la risonanza magnetica nucleare), terapie nucleari, radiografie industriali, guanti e le tute dei tecnici ospedalieri, controlli micrometrici di spessore delle laminazioni siderurgiche, marker biochimici, biomarcatori, parafulmini, rilevatori di fumo lampeggianti, ecc».
«Non è giustificato – proseguono dal Comitato - il vittimismo tipico meridionale, in questo caso, in quanto i 12 siti con la candidatura più forte per ospitare il deposito sono nelle province di Alessandria, Torino e Viterbo e i centri che attualmente detengono provvisoriamente le scorie sono nella maggioranza in Norditalia».

«Al di là di esagerazioni e facili allarmismi – si legge ancora nella nota di Ambiente è Vita - alla luce dei criteri di selezione del sito per la costruzione del suddetto deposito (che non rappresenta certamente un surplus ambientale e turistico per il territorio interessato) riteniamo che i luoghi individuati in Puglia e Basilicata non possano essere considerati aree idonee per la vicinanza a zone sismiche e per via del criterio di approfondimento numero 11 che eviterebbe collocazione in presenza di "produzioni agricole di particolare qualità e tipicità e luoghi di interesse archeologico e storico". Sicuramente i territori di Gravina, Altamura, Matera e Laterza presentano queste caratteristiche storico-geografiche tra le più evidenti a livello nazionale. Ci uniamo a quanti vorranno dimostrare il dissenso verso il loro inserimento tra i siti possibili per i giusti motivi. Unica nota positiva è che i siti individuati non ricadono nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, come si evince dalla mappa ufficiale della Sogin».
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