Cronaca
Rubano tre volte le piante di un'attività a Bitonto: «Furto a te stessa»
Il messaggio dei gestori al ladro è esemplare. Don Vito Piccinonna elogia i gestori: «Semi di speranza»
Bitonto - mercoledì 19 agosto 2020
6.54
Nonostante i reiterati furti di piante ornamentali subiti non si sono abbandonati all'odio e allo sconforto e hanno deciso di "parlare" al ladro, per tentare di fargli comprendere la stupidità del gesto e sperare in un pentimento. È accaduto nelle scorse settimane a Bitonto, ad un'attività del centro che ha sede nei pressi del Santuario dei Santi Medici, presa di mira da un ignoto ladruncolo che ha deciso di accanirsi con le piantine esposte dai gestori per rendere più gradevole il passaggio davanti all'attività.
«Siamo alla terza volta che RUBI le piante – è il messaggio che i titolari dell'attività hanno affisso al posto delle piantine rubate - non le rubi a me ma le rubi a te stessa..alla TUA comunità...al TUO quartiere...alla TUA città. Nel nostro piccolo, insieme all'amico Michele Castellano, cerchiamo di dare un po' di colore e BELLEZZA alla TUA vita, alla TUA passeggiata SERALE e soprattutto un po' di aria buona. E sì!...le piante fanno anche questo, purificano l'aria, la stessa aria che condividi con tutta la TUA comunità. D'accordo, il TUO balcone sarà più bello e più profumato ma non avrai mai il piacere di CONDIVIDERE cotanta bellezza che immeritatamente ti appartiene semplicemente RUBANDO! Però ti perdono, magari lo fai per un motivo a me sconosciuto e mi piacerebbe capire il perché. Qualora avessi voglia di parlarne con me, o con qualcuno vicino a me sono pronto ad ascoltarti, magari potresti fare un gesto di pentimento e ripiantarne anche solo una delle tre. Grazie».
Un messaggio carico di comprensione e speranza, apprezzato anche dal rettore della Basilica dei Santi Medici, don Vito Piccinonna, che ha voluto rassegnare «un grande grazie a Michele Murgolo e a sua moglie Cinzia che accanto alla loro bella e gentile attività, a pochi passi dal nostro Santuario, all'indomani del terzo furto della pianta, hanno "piantato" queste parole. Sono parole gentili in un tempo e in un territorio che spesso ne ha poche, pochissime, anche per il bene. Grazie Michele e Cinzia! Il vostro gesto certamente ha piantato qualcosa di eterno nel cuore delle vostre bimbe, ha dato un incoraggiamento anche a me e spero a tanti, fino ad arrivare al tizio/alla tizia che ha pensato male di portarsi a casa quanto non è suo. Grazie perchè a fronte del furto di una pianta avete piantato tantissimi altri semi. Di speranza. E di questa abbiamo bisogno, a cominciare dal nostro linguaggio e dai nostri gesti».
«Avete vinto comunque – è certo don Vito - anche se la pianta dovesse non tornare. Grazie».
«Siamo alla terza volta che RUBI le piante – è il messaggio che i titolari dell'attività hanno affisso al posto delle piantine rubate - non le rubi a me ma le rubi a te stessa..alla TUA comunità...al TUO quartiere...alla TUA città. Nel nostro piccolo, insieme all'amico Michele Castellano, cerchiamo di dare un po' di colore e BELLEZZA alla TUA vita, alla TUA passeggiata SERALE e soprattutto un po' di aria buona. E sì!...le piante fanno anche questo, purificano l'aria, la stessa aria che condividi con tutta la TUA comunità. D'accordo, il TUO balcone sarà più bello e più profumato ma non avrai mai il piacere di CONDIVIDERE cotanta bellezza che immeritatamente ti appartiene semplicemente RUBANDO! Però ti perdono, magari lo fai per un motivo a me sconosciuto e mi piacerebbe capire il perché. Qualora avessi voglia di parlarne con me, o con qualcuno vicino a me sono pronto ad ascoltarti, magari potresti fare un gesto di pentimento e ripiantarne anche solo una delle tre. Grazie».
Un messaggio carico di comprensione e speranza, apprezzato anche dal rettore della Basilica dei Santi Medici, don Vito Piccinonna, che ha voluto rassegnare «un grande grazie a Michele Murgolo e a sua moglie Cinzia che accanto alla loro bella e gentile attività, a pochi passi dal nostro Santuario, all'indomani del terzo furto della pianta, hanno "piantato" queste parole. Sono parole gentili in un tempo e in un territorio che spesso ne ha poche, pochissime, anche per il bene. Grazie Michele e Cinzia! Il vostro gesto certamente ha piantato qualcosa di eterno nel cuore delle vostre bimbe, ha dato un incoraggiamento anche a me e spero a tanti, fino ad arrivare al tizio/alla tizia che ha pensato male di portarsi a casa quanto non è suo. Grazie perchè a fronte del furto di una pianta avete piantato tantissimi altri semi. Di speranza. E di questa abbiamo bisogno, a cominciare dal nostro linguaggio e dai nostri gesti».
«Avete vinto comunque – è certo don Vito - anche se la pianta dovesse non tornare. Grazie».