Cronaca
Salvo il neonato di Bitonto volato a Roma con un C130 dell'Aeronautica
Per lui si era attivata una grande catena di soccorso. I genitori: «Grazie a tutti: artefici di un piccolo miracolo»
Bitonto - martedì 21 aprile 2020
11.34
È fuori pericolo il neonato volato da Bitonto a Roma a bordo di un C-130-J dell'Aeronautica Militare Italiana per un problema respiratorio - che per fortuna nulla aveva a che vedere con il Covid19 - a causa del quale rischiava seriamente di perdere la vita. Un lungo e doloroso percorso quello dei genitori, entrati in ospedale con la gioia di poter abbracciare la piccola creatura in procinto di venire al mondo e catapultati invece in una tempesta di ansie e paure che ha reso tutto improvvisamente tetro e cupo. A portare la luce in questo grave momento di sconforto la macchina dei soccorsi, tutta Italiana, che si è messa in moto per salvare la vita la piccolo appena nato. Così, mentre i medici del reparto di Pediatria dell'ospedale Di Venere di Bari si confrontavano con i colleghi di tutta Italia, da Pisa si alzava in volo un C130 della 46° Brigata Aerea dell'Aeronautica Italiana adibito al trasporto di mezzi di soccorso e da Roma partiva, a bordo di un'autoambulanza equipaggiata con una particolare culla termica, un'equipe di pediatri dell'ospedale Bambin Gesù. L'incontro, avvenuto a Bari, ha permesso al piccolo di essere trasportato a bordo del mezzo militare fino alla Capitale, dove è stato preso in cura dai medici del reparto di pediatria dell'ospedale romano. Qui, dopo cure intense e diversi giorni passati attaccato alla macchina ECMO (Extra Corporeal Membrane Oxygenation), il piccolo ha iniziato a dare i primi confortanti segnali di recupero.
«Piccoli passi ogni giorno – raccontano ancora increduli i genitori – che nutrivano ogni volta in noi una nuova e un po' più grande speranza. Un percorso doloroso, nel quale però non siamo mai stati soli. A partire da Bari dove la dottoressa Flavia Petrillo (del reparto di neonatologia dell'ospedale barese ma anche direttrice del Comitato Scientifico della Onlus Bimbintin, n.d.r.) si è subito attivata per cercare una soluzione efficace alla situazione e non ci ha mai lasciati soli. Ma come lei tutti quelli che sono intervenuti per realizzare questo piccolo miracolo, come i medici dello staff Area Rossa del Bambin Gesù di Roma, quelli di Bari, e anche l'amministrazione comunale di Bitonto che ci ha sostenuto per alcune questioni burocratiche. E poi tutta la nostra famiglia, i nostri amici: veri e propri angeli che non ci hanno mai fatto sentire soli nonostante i chilometri che ci dividevano».
Papà e mamma sono stati infatti vicini al loro piccolo sin da subito e sono tutt'ora a Roma con il bambino che dovrà rimanere sotto controllo ancora per qualche giorno per scongiurare ogni possibile pericolo.
Ma il peggio ormai è alle spalle: il bambino è salvo e lo deve al Sistema Sanitario Nazionale Italiano e alla macchina di soccorsi che si è messa in moto, con il coinvolgimento di medici, militari e istituzioni, tutti con le loro competenze, che sono riusciti in questa piccola impresa nonostante il Paese sia coinvolto in una delle più vaste epidemie mai registrate nella storia dell'umanità. Tutti al servizio di persone comuni che avevano semplicemente bisogno di aiuto. E in un clima di incomprensibili generalizzazioni, in cui denunciare le lacune di un "Sistema Italia" - certamente bisognoso di miglioramenti - è sempre molto più facile che parlare delle professionalità quotidianamente impegnate a far funzionare un'intera nazione, raccontare quello che è successo a questa nuova famiglia è un segnale importante che andava trasmesso.
«Piccoli passi ogni giorno – raccontano ancora increduli i genitori – che nutrivano ogni volta in noi una nuova e un po' più grande speranza. Un percorso doloroso, nel quale però non siamo mai stati soli. A partire da Bari dove la dottoressa Flavia Petrillo (del reparto di neonatologia dell'ospedale barese ma anche direttrice del Comitato Scientifico della Onlus Bimbintin, n.d.r.) si è subito attivata per cercare una soluzione efficace alla situazione e non ci ha mai lasciati soli. Ma come lei tutti quelli che sono intervenuti per realizzare questo piccolo miracolo, come i medici dello staff Area Rossa del Bambin Gesù di Roma, quelli di Bari, e anche l'amministrazione comunale di Bitonto che ci ha sostenuto per alcune questioni burocratiche. E poi tutta la nostra famiglia, i nostri amici: veri e propri angeli che non ci hanno mai fatto sentire soli nonostante i chilometri che ci dividevano».
Papà e mamma sono stati infatti vicini al loro piccolo sin da subito e sono tutt'ora a Roma con il bambino che dovrà rimanere sotto controllo ancora per qualche giorno per scongiurare ogni possibile pericolo.
Ma il peggio ormai è alle spalle: il bambino è salvo e lo deve al Sistema Sanitario Nazionale Italiano e alla macchina di soccorsi che si è messa in moto, con il coinvolgimento di medici, militari e istituzioni, tutti con le loro competenze, che sono riusciti in questa piccola impresa nonostante il Paese sia coinvolto in una delle più vaste epidemie mai registrate nella storia dell'umanità. Tutti al servizio di persone comuni che avevano semplicemente bisogno di aiuto. E in un clima di incomprensibili generalizzazioni, in cui denunciare le lacune di un "Sistema Italia" - certamente bisognoso di miglioramenti - è sempre molto più facile che parlare delle professionalità quotidianamente impegnate a far funzionare un'intera nazione, raccontare quello che è successo a questa nuova famiglia è un segnale importante che andava trasmesso.