Cronaca
Sequestrati beni per 20 milioni ad un imprenditore di Bitonto
Il 50enne Giovanni Cipriani è socio di maggioranza in una nota ditta edile. Sigilli a immobili e autovetture
Bitonto - venerdì 29 novembre 2019
12.51
I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Bari hanno sequestrato beni per circa 20 milioni di euro ad un imprenditore 50enne di Bitonto, il pluripregiudicato Giovanni Cipriani, condannato per ricettazione in concorso, appropriazione indebita ed armi.
Il provvedimento scaturisce dal decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bari, che ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo da cui è stato accertato, in modo chiaro, che il patrimonio del predetto e dei suoi congiunti costituisce il risultato del reinvestimento di capitali di provenienza illecita. L'attività d'indagine ha richiesto un'approfondita analisi dell'attività finanziaria svolta dall'imprenditore e dal suo nucleo familiare per oltre un trentennio, al termine della quale è stato possibile acclarare in modo inconfutabile l'illecita origine del patrimonio del medesimo e dei suoi congiunti.
Il patrimonio sequestrato si compone di tre unità immobiliari di cui una lussuosa villa; disponibilità finanziarie presso due istituti di credito e la maggioranza delle quote di una nota società di costruzioni edili, impegnata tra l'altro in pubblici appalti, il cui compendio aziendale è costituito da circa 50 immobili, dislocati tra i comuni di Bitonto, Terlizzi, Palo del Colle e Binetto, nonché diverse autovetture, alcune di grossa cilindrata.
Nella complessa attività investigativa sono state dettagliatamente ricostruite le modalità operative attraverso le quali il destinatario del provvedimento, coinvolto in attività delittuose negli anni '90, ha provveduto a "ripulire", anche per il tramite dei suoi congiunti, i proventi illeciti, derivanti dai suoi traffici, a fronte di un reddito medio annuo dichiarato al fisco di soli 6.400,00 euro circa.
Il provvedimento scaturisce dal decreto di sequestro preventivo emesso dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Bari, che ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri del Nucleo Investigativo da cui è stato accertato, in modo chiaro, che il patrimonio del predetto e dei suoi congiunti costituisce il risultato del reinvestimento di capitali di provenienza illecita. L'attività d'indagine ha richiesto un'approfondita analisi dell'attività finanziaria svolta dall'imprenditore e dal suo nucleo familiare per oltre un trentennio, al termine della quale è stato possibile acclarare in modo inconfutabile l'illecita origine del patrimonio del medesimo e dei suoi congiunti.
Il patrimonio sequestrato si compone di tre unità immobiliari di cui una lussuosa villa; disponibilità finanziarie presso due istituti di credito e la maggioranza delle quote di una nota società di costruzioni edili, impegnata tra l'altro in pubblici appalti, il cui compendio aziendale è costituito da circa 50 immobili, dislocati tra i comuni di Bitonto, Terlizzi, Palo del Colle e Binetto, nonché diverse autovetture, alcune di grossa cilindrata.
Nella complessa attività investigativa sono state dettagliatamente ricostruite le modalità operative attraverso le quali il destinatario del provvedimento, coinvolto in attività delittuose negli anni '90, ha provveduto a "ripulire", anche per il tramite dei suoi congiunti, i proventi illeciti, derivanti dai suoi traffici, a fronte di un reddito medio annuo dichiarato al fisco di soli 6.400,00 euro circa.