Cronaca
Sequestrati beni per 600mila euro alla "banda della Bmw". Colpi anche a Bitonto
Operazione della Guardia di Finanza. Fra settembre 2018 e febbraio 2019 furono messi a segno almeno 22 colpi
Bitonto - sabato 23 aprile 2022
13.05
"Banda della Bmw", nuovo atto. La vicenda, risalente al 2019, portò all'arresto di sei persone (Paolo Ndrekaj, l'ultimo ad arrendersi, Xhevahir Ndrekaj, suo cugino Marjan Ndrekaj, il fratello di quest'ultimo, Vat Ndrekaj e Klodian Miceli, tutti di origini albanesi, ma residenti da decenni a Cassano Murge, e Erasmo Porfido, di Santeramo in Colle) e, tre anni più tardi, si arricchisce di un nuovo capitolo con lo stesso peso sulla bilancia.
La «pericolosità sociale» di uno dei sei attori - di nazionalità albanese - ha portato i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari ad eseguire un decreto di sequestro di prevenzione - emesso, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dalla III Sezione Penale, in funzione del Tribunale per la Prevenzione - di beni e disponibilità finanziarie del valore di circa 600mila euro.
L'esecuzione del provvedimento ha rappresentato l'epilogo di un'attività investigativa svolta dal Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Bari, finalizzata alla «ricostruzione del profilo di pericolosità sociale» di uno dei sei componenti della "banda della Bmw" e all'individuazione degli «asset patrimoniali e finanziari riconducibili a quest'ultimo e ai componenti del relativo nucleo familiare».
L'uomo, riconosciuto dagli inquirenti baresi come «un soggetto connotato da una pericolosità sociale generica, in relazione al suo coinvolgimento in talune attività estorsive avvenute nell'ottobre 2016», sarebbe stato ritenuto uno dei sei componenti di una banda di predoni che, tra il settembre 2018 e il febbraio 2019, avrebbe imperversato nel territorio dell'area metropolitana di Bari.
Era la famigerata "banda della Bmw" che ogni notte effettuava delle vere e proprie scorrerie durante le quali metteva a segno numerosi colpi (22 quelli attribuiti, nda), effettuando in particolar modo furti negli esercizi commerciali (bar, stazioni di servizio, negozi di telefonia e pizzerie), nonché assalti a bancomat di istituti bancari e uffici postali con la tecnica della marmotta, una lastra di ferro con fissato un congegno esplosivo infilato a forza in una delle fenditure dell'Atm.
I furti, commessi a Santeramo in Colle, Casamassima, Gioia del Colle, Noicattaro, Gravina in Puglia, Castellana Grotte, Toritto, Adelfia, Acquaviva delle Fonti, Valenzano, Conversano, Cassano delle Murge, Bitonto e nelle province di Potenza, Matera e Taranto, sarebbero stati commessi con un modus operandi ben collaudato: 4 o 5 sodali con il volto coperto, utilizzando auto rubate o riciclate, di notte si sarebbero recati presso l'obiettivo e si sarebbero impossessati della merce, nascondendo poi i mezzi di trasporto e la refurtiva in capannoni siti fra Bitonto, Santeramo in Colle e Cassano.
Si diceva della «pericolosità sociale» riscontrata dagli investigatori: l'uomo, infatti, è stato dapprima sottoposto, nel luglio 2019, ad un decreto di fermo di indiziato di delitto per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione e riciclaggio e poi, nel luglio 2020, è stato attinto dal provvedimento di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio.
I militari, dopo aver acquisito, con riferimento al periodo 2016-2020, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e altri atti pubblici, avrebbero individuato, allo stato delle indagini, «beni, acquisiti dall'uomo per il tramite dei componenti del proprio nucleo familiare convivente nel periodo in cui ha manifestato la sua pericolosità sociale, di valore sproporzionato rispetto alle relative fonti reddituali ufficiali».
Il Tribunale di Bari ha disposto, quindi, il sequestro anticipato, in vista della successiva confisca, di quattro unità immobiliari (due appartamenti e le relative autorimesse) ubicate a Cassano oltre a disponibilità finanziarie per un importo complessivo di circa 600mila euro.
La «pericolosità sociale» di uno dei sei attori - di nazionalità albanese - ha portato i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari ad eseguire un decreto di sequestro di prevenzione - emesso, su richiesta della locale Procura della Repubblica, dalla III Sezione Penale, in funzione del Tribunale per la Prevenzione - di beni e disponibilità finanziarie del valore di circa 600mila euro.
L'esecuzione del provvedimento ha rappresentato l'epilogo di un'attività investigativa svolta dal Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata di Bari, finalizzata alla «ricostruzione del profilo di pericolosità sociale» di uno dei sei componenti della "banda della Bmw" e all'individuazione degli «asset patrimoniali e finanziari riconducibili a quest'ultimo e ai componenti del relativo nucleo familiare».
L'uomo, riconosciuto dagli inquirenti baresi come «un soggetto connotato da una pericolosità sociale generica, in relazione al suo coinvolgimento in talune attività estorsive avvenute nell'ottobre 2016», sarebbe stato ritenuto uno dei sei componenti di una banda di predoni che, tra il settembre 2018 e il febbraio 2019, avrebbe imperversato nel territorio dell'area metropolitana di Bari.
Era la famigerata "banda della Bmw" che ogni notte effettuava delle vere e proprie scorrerie durante le quali metteva a segno numerosi colpi (22 quelli attribuiti, nda), effettuando in particolar modo furti negli esercizi commerciali (bar, stazioni di servizio, negozi di telefonia e pizzerie), nonché assalti a bancomat di istituti bancari e uffici postali con la tecnica della marmotta, una lastra di ferro con fissato un congegno esplosivo infilato a forza in una delle fenditure dell'Atm.
I furti, commessi a Santeramo in Colle, Casamassima, Gioia del Colle, Noicattaro, Gravina in Puglia, Castellana Grotte, Toritto, Adelfia, Acquaviva delle Fonti, Valenzano, Conversano, Cassano delle Murge, Bitonto e nelle province di Potenza, Matera e Taranto, sarebbero stati commessi con un modus operandi ben collaudato: 4 o 5 sodali con il volto coperto, utilizzando auto rubate o riciclate, di notte si sarebbero recati presso l'obiettivo e si sarebbero impossessati della merce, nascondendo poi i mezzi di trasporto e la refurtiva in capannoni siti fra Bitonto, Santeramo in Colle e Cassano.
Si diceva della «pericolosità sociale» riscontrata dagli investigatori: l'uomo, infatti, è stato dapprima sottoposto, nel luglio 2019, ad un decreto di fermo di indiziato di delitto per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, ricettazione e riciclaggio e poi, nel luglio 2020, è stato attinto dal provvedimento di prevenzione personale del foglio di via obbligatorio.
I militari, dopo aver acquisito, con riferimento al periodo 2016-2020, copiosa documentazione, tra cui i contratti di compravendita dei beni e altri atti pubblici, avrebbero individuato, allo stato delle indagini, «beni, acquisiti dall'uomo per il tramite dei componenti del proprio nucleo familiare convivente nel periodo in cui ha manifestato la sua pericolosità sociale, di valore sproporzionato rispetto alle relative fonti reddituali ufficiali».
Il Tribunale di Bari ha disposto, quindi, il sequestro anticipato, in vista della successiva confisca, di quattro unità immobiliari (due appartamenti e le relative autorimesse) ubicate a Cassano oltre a disponibilità finanziarie per un importo complessivo di circa 600mila euro.