Cronaca
Sicurezza: «A Bitonto più risorse. Basta organici carenti»
Il sindaco chiede più uomini per controllare la città
Bitonto - lunedì 21 dicembre 2020
8.11
Mentre le piazze di spaccio proseguono nei loro floridi commerci e la recrudescenza dei fenomeni criminali – inclusi scippi, furti d'auto e attacchi a commercianti e abitazioni – fa vacillare il senso di sicurezza dei cittadini, la risposta che arriva dallo Stato per la città di Bitonto appare del tutto insufficiente. Per questo il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha chiesto a gran voce agli enti preposti un incremento delle forze dell'ordine a tutela della sicurezza della popolazione. Lo ha fatto seguendo una duplice direttiva: prima ha chiesto e ottenuto l'attenzione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica per la situazione in cui versa la città di Bitonto in cui ha chiesto l'intervento deciso dello Stato per rafforzare gli organici delle forze dell'ordine che dipendono direttamente dal Governo; poi, insieme ad altri sei sindaci pugliesi, ha chiesto di poter ampliare la base organica delle risorse municipali – in cui rientra, per esempio, la Polizia Locale - anche per affrontare l'emergenza sanitaria e le restrizioni imposte dal Governo sul fronte Covid.
«Ho chiesto aiuto, è vero. Ancora una volta – ammette il primo cittadino, relazionando sulla sua azione di governo - Come avete avuto modo di apprendere dalle stampa, due giorni fa ho chiesto e ottenuto un apposito comitato per la sicurezza pubblica a Bitonto. In presenza (web) del Prefetto, del Questore, del Comando provinciale di Carabinieri e Guardia di Finanza, nonché del nostro Comandante dei vigili, ho manifestato la necessità, immediatamente, di ricevere aiuto. Ho ringraziato le Autorità presenti per il loro enorme sacrificio. Ma il 30 dicembre prossimo vorrei, con loro, salutare Anna Rosa con un impatto più forte di quello che oggi è garantito. "Più forze dell'ordine" è certamente il mantra di tutti i cittadini, in ogni parte di Puglia. Ma Bitonto deve essere considerata come un centro nevralgico affinché lo Stato dimostri la sua forza ed autorevolezza».
«Piangiamo ancora la morte di una vittima innocente di mafia – prosegue Abbaticchio - E vediamo i nostri bambini assistere a spaccio di droga all'aperto da parte di giovani che bruciano la loro mente e il loro futuro consumando ogni genere di porcheria. Noi dobbiamo fare il nostro: denunciare, assistere i più fragili, far sentire la nostra voce. Ma lo Stato ha un debito di riconoscenza verso una comunità che paga la incredibile estensione territoriale e la vicinanza a centri nevralgici del business del malaffare. Ha un debito verso le nostre morti ed una infamante eliminazione, senza alcun progressivo passaggio, di cento uomini che hanno smantellato meritoriamente una base delle organizzazioni criminali, avvenuto ormai più di due anni fa».
«Non possiamo sopportare – conclude il sindaco - organici sotto la base necessaria e abbiamo necessità di non sentirci più condizionati nel nostro processo di sviluppo».
«Ho chiesto aiuto, è vero. Ancora una volta – ammette il primo cittadino, relazionando sulla sua azione di governo - Come avete avuto modo di apprendere dalle stampa, due giorni fa ho chiesto e ottenuto un apposito comitato per la sicurezza pubblica a Bitonto. In presenza (web) del Prefetto, del Questore, del Comando provinciale di Carabinieri e Guardia di Finanza, nonché del nostro Comandante dei vigili, ho manifestato la necessità, immediatamente, di ricevere aiuto. Ho ringraziato le Autorità presenti per il loro enorme sacrificio. Ma il 30 dicembre prossimo vorrei, con loro, salutare Anna Rosa con un impatto più forte di quello che oggi è garantito. "Più forze dell'ordine" è certamente il mantra di tutti i cittadini, in ogni parte di Puglia. Ma Bitonto deve essere considerata come un centro nevralgico affinché lo Stato dimostri la sua forza ed autorevolezza».
«Piangiamo ancora la morte di una vittima innocente di mafia – prosegue Abbaticchio - E vediamo i nostri bambini assistere a spaccio di droga all'aperto da parte di giovani che bruciano la loro mente e il loro futuro consumando ogni genere di porcheria. Noi dobbiamo fare il nostro: denunciare, assistere i più fragili, far sentire la nostra voce. Ma lo Stato ha un debito di riconoscenza verso una comunità che paga la incredibile estensione territoriale e la vicinanza a centri nevralgici del business del malaffare. Ha un debito verso le nostre morti ed una infamante eliminazione, senza alcun progressivo passaggio, di cento uomini che hanno smantellato meritoriamente una base delle organizzazioni criminali, avvenuto ormai più di due anni fa».
«Non possiamo sopportare – conclude il sindaco - organici sotto la base necessaria e abbiamo necessità di non sentirci più condizionati nel nostro processo di sviluppo».