Cronaca
Sicurezza, Abbaticchio frena su richieste di Depalma e Minervini
Il sindaco di Bitonto: «Comprendo i colleghi ma devono essere Questore e Prefetto a fare le loro valutazioni»
Bitonto - mercoledì 17 gennaio 2018
11.20
I sindaci di Molfetta e Giovinazzo, Tommaso Minervini e Tommaso Depalma, hanno congiuntamente voluto far sentire la loro voce sul problema sicurezza nelle due città da loro amministrate.
Lo hanno fatto nella giornata di ieri attraverso una lettere inviata al Prefetto di Bari, Marilisa Magno, a cui hanno dato ampio risalto i media locali e regionali. Nell'analisi portata avanti dai due primi cittadini, ribadita da Depalma anche davanti alle telecamere di TeleNorba, c'è l'ipotesi secondo cui una recrudescenza dei fenomeni criminali a Molfetta e Giovinazzo potrebbe essere imputabile all'azione portata avanti dalle forze di polizia a Bitonto, dopo l'omicidio della povera Anna Rosa Tarantino, che avrebbe implicato una sorta di via di fuga dei clan bitontini verso altre località.
Minervini e Depalma, in realtà, sottolineano come lo sforzo dello Stato per ripristinare l'ordine pubblico in quel di Bitonto sia non solo apprezzabile, ma doveroso e prioritario. Tuttavia chiedono attenzione anche per rapine e furti che si stanno verificando nelle loro città e che preoccupano e non poco i loro amministrati. Un'esigenza fattasi pressante dopo alcuni gravi fatti di cronaca soprattutto a Giovinazzo.
Su questo punto, però, è intervenuto Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto, il quale ha preso le distanze dall'analisi dei colleghi. «Comprendo la preoccupazione dei colleghi - ha detto - ma non credo che chi delinque nel campo della droga possa trarre profitto dall'incendio di un'auto, né credo (purtroppo) che il mercato "locale" si sia già fermato ad un punto tale da fare ricorso ad un massiccio numero di reati minori per poter incamerare denaro».
Abbaticchio, pur comprendendo la preoccupazione manifestata da Minervini e Depalma, sottolinea che i clan bitontini stanno trovando il modo di reagire alla massiccia azione repressiva, portata avanti sotto il coordinamento del Ministero dell'Interno, cercando nel territorio bitontino nuovi spazi.
Ed infine chiude la vicenda così: «Bisogna mantenere calma, coerenza e pianificazione con il Questore. Hanno fatto bene i colleghi a porre l'attenzione sui casi delle loro comunità, per le ipotesi avanzate è preferibile che siano il Questore o il Prefetto a fare delle valutazioni in base a quelle che sono le analisi che stanno conducendo sul territorio. Quindi - conclude - è opportuno non indurre allarmismi o, peggio, portare a contrasti tra comunità che sono certo non è l'intento dei sindaci, persone mature e accorte, per cui nutro stima».
Lo hanno fatto nella giornata di ieri attraverso una lettere inviata al Prefetto di Bari, Marilisa Magno, a cui hanno dato ampio risalto i media locali e regionali. Nell'analisi portata avanti dai due primi cittadini, ribadita da Depalma anche davanti alle telecamere di TeleNorba, c'è l'ipotesi secondo cui una recrudescenza dei fenomeni criminali a Molfetta e Giovinazzo potrebbe essere imputabile all'azione portata avanti dalle forze di polizia a Bitonto, dopo l'omicidio della povera Anna Rosa Tarantino, che avrebbe implicato una sorta di via di fuga dei clan bitontini verso altre località.
Minervini e Depalma, in realtà, sottolineano come lo sforzo dello Stato per ripristinare l'ordine pubblico in quel di Bitonto sia non solo apprezzabile, ma doveroso e prioritario. Tuttavia chiedono attenzione anche per rapine e furti che si stanno verificando nelle loro città e che preoccupano e non poco i loro amministrati. Un'esigenza fattasi pressante dopo alcuni gravi fatti di cronaca soprattutto a Giovinazzo.
Su questo punto, però, è intervenuto Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto, il quale ha preso le distanze dall'analisi dei colleghi. «Comprendo la preoccupazione dei colleghi - ha detto - ma non credo che chi delinque nel campo della droga possa trarre profitto dall'incendio di un'auto, né credo (purtroppo) che il mercato "locale" si sia già fermato ad un punto tale da fare ricorso ad un massiccio numero di reati minori per poter incamerare denaro».
Abbaticchio, pur comprendendo la preoccupazione manifestata da Minervini e Depalma, sottolinea che i clan bitontini stanno trovando il modo di reagire alla massiccia azione repressiva, portata avanti sotto il coordinamento del Ministero dell'Interno, cercando nel territorio bitontino nuovi spazi.
Ed infine chiude la vicenda così: «Bisogna mantenere calma, coerenza e pianificazione con il Questore. Hanno fatto bene i colleghi a porre l'attenzione sui casi delle loro comunità, per le ipotesi avanzate è preferibile che siano il Questore o il Prefetto a fare delle valutazioni in base a quelle che sono le analisi che stanno conducendo sul territorio. Quindi - conclude - è opportuno non indurre allarmismi o, peggio, portare a contrasti tra comunità che sono certo non è l'intento dei sindaci, persone mature e accorte, per cui nutro stima».