Cronaca
Sono 58 i morti per Covid a Bitonto da novembre 2020
Quasi il 90% dei deceduti aveva oltre 70 anni. Mangini: “Il contagio si muove con le persone”
Bitonto - giovedì 25 marzo 2021
17.48
La guerra alla pandemia si combatte sulla scorta dei numeri, ma proprio la difficoltà ad elaborare una quantità tanto consistente e di complessa interpretazione di informazioni alimenta dubbi e tesi complottistiche di ogni foggia e fattura. Anche a Bitonto dove a tentare di chiarire alcuni aspetti sulla diffusione dei dati è stato l'assessore Rocco Mangini che ha raccolto le comunicazioni arrivate dalla Prefettura a partire da novembre scorso per ottenere un quadro più preciso sui decessi per Covid registrati in città.
Secondo l'analisi di Mangini, dal 1 novembre ad oggi i morti a causa del virus sarebbero 58: 15 a novembre, 10 a dicembre, 14 a gennaio, 11 a febbraio e 8 a marzo.
Di questi, 2 appartengono alla fascia di età 40-49 anni (3,40%), 5 alla fascia 60-69 (8,60%), 15 alla fascia 70-79 (25,90%), 24 alla fascia 80-89 (41,40%) e 12 alla fascia over 90 (20,70%).
Oltre il 90% delle persone decedute in città per il Covid, dunque, ha più di 70 anni e non ci sono tra i morti persone con meno di 40 anni.
"Ad una frequenza non sempre quotidiana - prova a spiegare l'assessore - la Prefettura (che ricordo essere la diramazione territoriale del Governo centrale) invia una PEC al Comando di Polizia Locale. Cosa contiene questa PEC? Un semplice elenco di nomi, cognomi, date di nascita, indirizzi di residenza e indicazione sullo stato di positività o di isolamento domiciliare. Punto. Con ogni PEC viene inviato l'elenco di cui sopra, senza una precisa indicazione di chi si è negativizzato, è deceduto, è stato ricoverato, o altro; un semplice elenco che si ingrossa di nomi e cognomi giorno dopo giorno. Capite bene che è impresa abbastanza ardua elaborare le informazioni dettagliate scorrendo ogni giorno l'elenco che, contenendo anche i nomi di coloro in attesa di tampone, ogni giorno diventa sempre più lungo".
"Più volte e personalmente - ha rilevato il delegato di Abbaticchio - mi sono esposto alla "shitstorm" social mediatica pur di provare a spiegare come, quando e in che tempi i numeri del Covid sono comunicati al Comune, ottenendo nel migliore dei casi incredulità (spesso offese personali)".
"Nonostante possa comprendere le ragioni di tale sfiducia - ha aggiunto Mangini - è anche vero che troppo spesso la sfiducia si basa su poco o nulla, a volte su notizie inesistenti, che, amplificate dal tam tam social mediatico, assurgono a false verità difficili da smentire: le leggende metropolitane, appunto".
Sottolineando come tutti i dati vengano poi analizzati nel Centro Operativo Comunale insieme alla Asl, l'assessore ha concluso chiedendo "per l'ennesima volta (lo faccio da maggio scorso) che il contagio si muove con le persone. Meno persone in giro, meno virus in giro. Meno virus in giro, meno contagi. E se si esce nei casi previsti dal DPCM, le tre regole auree: mascherina messa correttamente, distanza fisica, igiene delle mani. Così si spegne un'epidemia. E lo si fa tutti insieme, ognuno con egual responsabilità…per se stessi e per gli altri".
Secondo l'analisi di Mangini, dal 1 novembre ad oggi i morti a causa del virus sarebbero 58: 15 a novembre, 10 a dicembre, 14 a gennaio, 11 a febbraio e 8 a marzo.
Di questi, 2 appartengono alla fascia di età 40-49 anni (3,40%), 5 alla fascia 60-69 (8,60%), 15 alla fascia 70-79 (25,90%), 24 alla fascia 80-89 (41,40%) e 12 alla fascia over 90 (20,70%).
Oltre il 90% delle persone decedute in città per il Covid, dunque, ha più di 70 anni e non ci sono tra i morti persone con meno di 40 anni.
"Ad una frequenza non sempre quotidiana - prova a spiegare l'assessore - la Prefettura (che ricordo essere la diramazione territoriale del Governo centrale) invia una PEC al Comando di Polizia Locale. Cosa contiene questa PEC? Un semplice elenco di nomi, cognomi, date di nascita, indirizzi di residenza e indicazione sullo stato di positività o di isolamento domiciliare. Punto. Con ogni PEC viene inviato l'elenco di cui sopra, senza una precisa indicazione di chi si è negativizzato, è deceduto, è stato ricoverato, o altro; un semplice elenco che si ingrossa di nomi e cognomi giorno dopo giorno. Capite bene che è impresa abbastanza ardua elaborare le informazioni dettagliate scorrendo ogni giorno l'elenco che, contenendo anche i nomi di coloro in attesa di tampone, ogni giorno diventa sempre più lungo".
"Più volte e personalmente - ha rilevato il delegato di Abbaticchio - mi sono esposto alla "shitstorm" social mediatica pur di provare a spiegare come, quando e in che tempi i numeri del Covid sono comunicati al Comune, ottenendo nel migliore dei casi incredulità (spesso offese personali)".
"Nonostante possa comprendere le ragioni di tale sfiducia - ha aggiunto Mangini - è anche vero che troppo spesso la sfiducia si basa su poco o nulla, a volte su notizie inesistenti, che, amplificate dal tam tam social mediatico, assurgono a false verità difficili da smentire: le leggende metropolitane, appunto".
Sottolineando come tutti i dati vengano poi analizzati nel Centro Operativo Comunale insieme alla Asl, l'assessore ha concluso chiedendo "per l'ennesima volta (lo faccio da maggio scorso) che il contagio si muove con le persone. Meno persone in giro, meno virus in giro. Meno virus in giro, meno contagi. E se si esce nei casi previsti dal DPCM, le tre regole auree: mascherina messa correttamente, distanza fisica, igiene delle mani. Così si spegne un'epidemia. E lo si fa tutti insieme, ognuno con egual responsabilità…per se stessi e per gli altri".