Stipendi alle vedette e bonus extra ai pusher: «l'azienda» di Conte
L'analisi, parte 3. Fino a 1.500 euro a settimana: pagamenti diversi, ma puntuali. Le somme ricavate dallo spaccio di droga
Secondo l'uomo, che ha deciso di intraprendere la strada del pentitismo nel 2018, «tutto partiva dalla zona 167 di Bitonto, in particolare da via Pertini che da oltre un decennio - si legge nell'ordinanza - era la base operativa dell'attività criminale del sodalizio capeggiato da Conte. Numerosi arresti e sequestri di droga e armi da parte delle forze di polizia sono avvenuti in quell'area. Nel corso degli anni Conte è riuscito a trasformarla in un punto di riferimento per i tossicodipendenti dell'intero circondario che vi si recano per acquistare per tutto l'arco delle 24 ore cocaina, hashish, marijuana e amnesia di ottima qualità».
In via Pertini, secondo i riscontri degli investigatori, l'attività di spaccio prevedeva il cosiddetto "uomo borsone" che aveva la disponibilità dello stupefacente, stazionando all'interno dell'androne del portone del civico 105/D («Nel borsone... sulla sedia... E c'era uno che apre, solo uno ad aprire e a chiudere il portone, perché la gente era assai»); all'esterno invece vi erano le vedette che assicuravano la copertura. Il tossicodipendente sapeva già dove andare, per cui raggiunto il portone condominiale («... sanno già dove andare, a bussare il portone... Quello centrale... quello specchiato, che da dietro vedi chi sta fuori, ma da fuori non vedi chi sta dentro») veniva fatto entrare, effettuava l'acquisto e se ne andava («lo facevano entrare dentro proprio... proprio dentro... loro se la imboscavano per bene ed uscivano»). E così in via continuativa per 24 ore.
Nella zona del "Ponte", invece, lo stesso Tarullo ha spiegato in dettaglio le modalità con cui avveniva lo spaccio definendolo un sistema ben collaudato: «Vi erano una o più vedette in strada - si legge ancora nell'ordinanza - sempre presenti, munite di ricetrasmittenti e pronte ad allertare in caso d'arrivo delle forze dell'ordine. Il cosiddetto "uomo borsone", colui cioè che materialmente aveva lo stupefacente e si trovava all'interno dell'abitazione - protetta da un portone in ferro sbarrato dall'interno per renderne impossibile o difficoltoso l'accesso - avendo il compito di vendere la sostanza stupefacente all'acquirente; una vedetta sul terrazzino della proprietà, sempre armato pronto a difendere i complici dall'eventuale attacco da parte degli uomini del clan rivale».
L'approvvigionamento della sostanza stupefacente era assicurato dalla principale piazza di spaccio del clan Conte, la zona 167. Il sistema, secondo le indagini, è il seguente: «Il tossicodipendente di turno, giunto sotto la finestra fa la sua richiesta; dalla finestra, l'"uomo borsone" cala la dose attraverso un cestino assicurato ad una corda e nello stesso contenitore l'acquirente deposita il denaro». Secondo Tarullo, infine, bisognava «trovarsi ai conti precisi, perché il Conte sennò non pagava la settimana». E quando i conti tornavano, Conte «pagava la settimana».
Gli importi, inoltre, erano esattamente definiti e rapportati al rischio di gestione
La vedetta
Gli stipendi più bassi sono per le vedette della droga, considerata un'attività a basso rischio, ma fondamentali per osservare movimenti strani oppure presenze sospette. Guadagnano dai 300 a 500 euro a settimana: «Li beccavano la Polizia e non avevano niente addosso». Ed ancora: «I pali prendevano 500 euro perché lì sotto al paese vecchio 500 euro non li hanno mai visti».
Lo spacciatore
Si sale di gradino nella piramide criminale e salgono anche i compensi. Lo spacciatore che, in possesso di un borsone zeppo di stupefacenti, si occupava della vendita al dettaglio e poi monitorava l'intero sistema di videosorveglianza, percepisce 1.000 euro a settimana. Rischio medio («Si contano tutto... per trovarsi ai conti precisi, perché il Conte sennò non pagava la settimana») e soldi facili.
La vedetta armata
Si sale di gradino nella piramide criminale e salgono anche i compensi. La vedetta armata (rischio alto, «invece sui terrazzi, lì è dove stavano tutti armati, che parecchie volte la Polizia è andata con il motore») è dislocata sui tetti con il compito di difendere la roccaforte dalle altre organizzazioni criminali e percepisce 1.500 euro a settimana.
Il responsabile della piazza
Si arriva poi ancora più in alto, ai gradini immediatamente precedenti a quelli dove siedono i referenti del clan: il responsabile della piazza di spaccio, che si occupava anche dei rifornimenti, percepisce 1.500 euro a settimana. Inoltre, a seconda della buona gestione della piazza, poteva giungere un "bonus" mensile fino ai 5.000 euro.
Il provento di tutta l'attività illecita gestita da Conte, sempre secondo quanto dichiarato da Tarullo, è abbastanza cospicuo: «Conte prende dai 20 ai 30mila euro al giorno!». Inoltre, in occasione delle festività, da vero manager, elargiva gratifiche in denaro, bottiglie e panettoni.