Cronaca
Tentato omicidio e traffico di droga: 17 arresti. I NOMI e IL VIDEO
Le ordinanze di custodia cautelare eseguite anche a Bitonto. Sullo sfondo i clan baresi Di Cosola e Diomede
Bitonto - martedì 31 ottobre 2017
13.25
Sono legati ai clan baresi dei Di Cosola e dei Diomede, i destinatari delle 17 ordinanze di custodia cautelare eseguite dai Carabinieri tra Trani, Molfetta, Bitonto e Giovinazzo. Accusati a vario titolo, di traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.
L'operazione condotta questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, agli ordini del capitano Vito Ingrosso, supportati da unità del VI Elinucleo e del Nucleo Cinofili di Modugno, ha portato all'arresto di personaggi della criminalità di Molfetta e Giovinazzo, legati anche ai clan baresi dei Di Cosola e Diomede e responsabili, a vario titolo, di traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.
17 le ordinanze di custodia cautelare (12 delle quali in carcere e le 5 restanti in regime domiciliare), emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Francesco Messina, su richiesta del sostituto procuratore Silvia Curione, di quella Procura della Repubblica.
In carcere sono finiti Nicola Abbrescia, Cosma Damiano Grosso, Michele Arciuli, Donatella Caracciolese, Gianfranco Del Rosso, Maria Fiore (figlia di Alfredo ucciso nel marzo 2014, e compagna di Abbrescia), Saverio e Giuseppe Pappagallo (padre e figlio), Giuseppe Petruzzella, Domenico Ponte, Cosimo Damiano Spagnoletti, Alessandro Tenardi.
Alcune ordinanze sono state eseguite in carcere a Trani, mentre un solo arresto ha interessato Bitonto e Giovinazzo. Ai domiciliari sono finiti Antonio Azzollini, Fabio De Pinto, Domenico Cosimo Grieco, Michele Liso e Laura Zaccaria (moglie di Saverio Pappagallo).
Il provvedimento scaturisce da un'indagine svolta dall'Aliquota Operativa della Compagnia di Molfetta, diretta da luogotenente Sergio Tedeschi, avviata nel novembre del 2015 e condotta attraverso articolate attività tecniche e dinamiche, che ha consentito di svelare l'esistenza, nei comuni di Molfetta, Bitonto, Giovinazzo e Trani, di una gruppo criminale armato,dedito alla gestione delle più fiorenti piazze di spaccio della droga.
Inoltre, l'attività investigativa ha permesso di documentare come gli indagati alimentassero i predetti mercati illeciti, rifornendoli costantemente di considerevoli stock di cocaina, hashish e marijuana, così da realizzare un volume d'affari giornaliero stimato in diverse migliaia di euro.
L'inchiesta è partita dal tentato omicidio di Cosma Damiano Grosso, avvenuto nel settembre 2015 durante la festa patronale di Molfetta. Il responsabile è stato individuato nel barese Nicola Abbrescia, da tempo trasferitosi a Molfetta. Da lì è stato svelato il traffico di stupefacenti tra Molfetta, Giovinazzo e Bitonto. Svelato, soprattutto, un collegamento con i clan baresi dei Di Cosola e Diomede.
Alcuni rifornimenti della droga avvenivano nel quartiere Japigia di Bari. Alcuni soggetti hanno condanne per 416 bis e risultano figure di spicco anche donne: Carmela Fiore di Molfetta, figlia di Alfredo ucciso nel marzo 2014 durante il mercato, e Donatella Caracciolese di Bari.
Secondo l'accusa è stato acclarato l'utilizzo di minorenni per lo spaccio o, comunque, soggetti nati negli anni '90. Anche gli esponenti arrestati potevano andare avanti nelle loro attività grazie alla collaborazione dei minori. Frequente anche il ricorso a Facebook e WhatsApp per lo spaccio.
Usavano WhatsApp per comunicare tra di loro e uno dei soggetti usava Facebook nonostante fosse ai domiciliari e comunicava attraverso Messenger.
Le indagini arrivano fino a luglio 2017, ma anche nei mesi successivi ci sono stati arresti per spaccio. Molte forte la reazione delle persone coinvolte e, in un'occasione, è stata aggredita una donna in servizio nell'Arma.
Nel corso dell'indagine sono stati arrestati, in flagranza, 7 pregiudicati sequestrando 1 kalashnikov, 1 pistola mitragliatrice, 1 pistola, centinaia di munizioni, nonché, in varie circostanze: circa 500 dosi di marijuana per un peso di circa 2,5 chilogrammi, 1.100 dosi di hashish per un peso di 2,2 chilogrammi, 450 dosi di cocaina pura per un peso di 250 grammi e qualche dose di eroina.
L'operazione condotta questa mattina dai Carabinieri della Compagnia di Molfetta, agli ordini del capitano Vito Ingrosso, supportati da unità del VI Elinucleo e del Nucleo Cinofili di Modugno, ha portato all'arresto di personaggi della criminalità di Molfetta e Giovinazzo, legati anche ai clan baresi dei Di Cosola e Diomede e responsabili, a vario titolo, di traffico di stupefacenti, tentato omicidio e minaccia aggravata.
17 le ordinanze di custodia cautelare (12 delle quali in carcere e le 5 restanti in regime domiciliare), emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Francesco Messina, su richiesta del sostituto procuratore Silvia Curione, di quella Procura della Repubblica.
In carcere sono finiti Nicola Abbrescia, Cosma Damiano Grosso, Michele Arciuli, Donatella Caracciolese, Gianfranco Del Rosso, Maria Fiore (figlia di Alfredo ucciso nel marzo 2014, e compagna di Abbrescia), Saverio e Giuseppe Pappagallo (padre e figlio), Giuseppe Petruzzella, Domenico Ponte, Cosimo Damiano Spagnoletti, Alessandro Tenardi.
Alcune ordinanze sono state eseguite in carcere a Trani, mentre un solo arresto ha interessato Bitonto e Giovinazzo. Ai domiciliari sono finiti Antonio Azzollini, Fabio De Pinto, Domenico Cosimo Grieco, Michele Liso e Laura Zaccaria (moglie di Saverio Pappagallo).
Il provvedimento scaturisce da un'indagine svolta dall'Aliquota Operativa della Compagnia di Molfetta, diretta da luogotenente Sergio Tedeschi, avviata nel novembre del 2015 e condotta attraverso articolate attività tecniche e dinamiche, che ha consentito di svelare l'esistenza, nei comuni di Molfetta, Bitonto, Giovinazzo e Trani, di una gruppo criminale armato,dedito alla gestione delle più fiorenti piazze di spaccio della droga.
Inoltre, l'attività investigativa ha permesso di documentare come gli indagati alimentassero i predetti mercati illeciti, rifornendoli costantemente di considerevoli stock di cocaina, hashish e marijuana, così da realizzare un volume d'affari giornaliero stimato in diverse migliaia di euro.
L'inchiesta è partita dal tentato omicidio di Cosma Damiano Grosso, avvenuto nel settembre 2015 durante la festa patronale di Molfetta. Il responsabile è stato individuato nel barese Nicola Abbrescia, da tempo trasferitosi a Molfetta. Da lì è stato svelato il traffico di stupefacenti tra Molfetta, Giovinazzo e Bitonto. Svelato, soprattutto, un collegamento con i clan baresi dei Di Cosola e Diomede.
Alcuni rifornimenti della droga avvenivano nel quartiere Japigia di Bari. Alcuni soggetti hanno condanne per 416 bis e risultano figure di spicco anche donne: Carmela Fiore di Molfetta, figlia di Alfredo ucciso nel marzo 2014 durante il mercato, e Donatella Caracciolese di Bari.
Secondo l'accusa è stato acclarato l'utilizzo di minorenni per lo spaccio o, comunque, soggetti nati negli anni '90. Anche gli esponenti arrestati potevano andare avanti nelle loro attività grazie alla collaborazione dei minori. Frequente anche il ricorso a Facebook e WhatsApp per lo spaccio.
Usavano WhatsApp per comunicare tra di loro e uno dei soggetti usava Facebook nonostante fosse ai domiciliari e comunicava attraverso Messenger.
Le indagini arrivano fino a luglio 2017, ma anche nei mesi successivi ci sono stati arresti per spaccio. Molte forte la reazione delle persone coinvolte e, in un'occasione, è stata aggredita una donna in servizio nell'Arma.
Nel corso dell'indagine sono stati arrestati, in flagranza, 7 pregiudicati sequestrando 1 kalashnikov, 1 pistola mitragliatrice, 1 pistola, centinaia di munizioni, nonché, in varie circostanze: circa 500 dosi di marijuana per un peso di circa 2,5 chilogrammi, 1.100 dosi di hashish per un peso di 2,2 chilogrammi, 450 dosi di cocaina pura per un peso di 250 grammi e qualche dose di eroina.