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Cronaca

Testimone di giustizia: «Io sono dovuto andar via da Bitonto»

Gennaro Ciliberto: «Piangiamo una vittima innocente, ma tutti sono colpevoli di quel degrado»

«Lo Stato con me ha perso perché ad andare via da Bitonto è stato un uomo perbene mentre quei criminali sono rimasti lì».

In una lettera il testimone di giustizia Gennaro Ciliberto, ex referente pugliese dell'associazione "Cittadini contro le mafie", commenta l'agguato di sabato mattina in cui è morta una anziana, colpita da un proiettile durante un inseguimento tra criminali nella sua città, a pochi passi dal quartiere in cui viveva prima di essere costretto ad andare via per le minacce subite.

Ciliberto ricorda di essere stato «minacciato più volte a Bitonto», di aver «denunciato quei criminali, ma - racconta - dopo 4 anni nulla è cambiato. Non vedere cosa accade a Bitonto è come essere complici».

«Ora piangiamo una vittima innocente - scrive l'uomo - ma tutti sono colpevoli di quel degrado». Ciliberto parla di «un centro storico a due facce, dove la criminalità la fa da padrona e dove troppo spesso l'omertà è un regola».

«Se è vero che i proiettili sono vaganti - continua - a sparare è la mano del criminale, dell'uomo che sempre più spavaldo e spregiudicato incute terrore e distruzione. Tristemente a Bitonto, e non solo, sono anni che questi miserabili criminali si separano per strada, sfrecciano su moto o bici elettriche modificate sotto gli occhi di un popolo impaurito che ne è ostaggio».

Il testimone di giustizia parla quindi di «criminalità in guerra» e di «un effetto emulazione che coinvolge anche i giovanissimi che 'viaggiano' già armati, consapevoli di saper sparare». Ciliberto fa infine un appello a chi oggi ha sparato uccidendo l'84enne: «Consegnati alle forze di polizia, fallo presto, perché non si può distruggere la vita di un innocente e il futuro di Bitonto».

(di Isabella Maselli, Ansa)
  • Gennaro Ciliberto
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