Gabriel Aurelian Petrescu
Gabriel Aurelian Petrescu
Cronaca

Travolto mentre lavorava sulla sp 231. Ecco chi era Gabriel Aurelian Petrescu

Il ricordo commosso del suo docente bitontino ai tempi del "Tandoi"

Rumeno di origini, ma italianissimo di cuore e formazione. Così lo raccontano amici e docenti del IPC "Tandoi" di Corato, dove Gabriel Aurelian Petrescu aveva studiato.

È lui la vittima dell'investimento avvenuto questa mattina, 6 giugno, lungo la strada provinciale 231, in territorio di Terlizzi in direzione Bitonto. Era intento a segnalare la potatura delle siepi quando è stato travolto da un'autovettura guidata da una 45enne che purtroppo non lo aveva visto.

Il dolore è tangibile a Corato ed a Terlizzi, con i due primi cittadini che nelle scorse ore hanno espresso tutto il loro sgomento. Gabriel Aurelian, racconta il bitontino Mario Sicolo, giornalista, poeta e suo docente ai tempi del "Tandoi", «si era trasferito sin da piccolo a Corato ed era un ragazzo autentico, dal carattere fumantino, intelligente e leale, tanto che fu eletto rappresentante di classe. Amava giocare a calcio, sport nel quale era abbastanza abile ed era indubbiamente l'idolo di molte ragazzine. Aveva due sorelle gemelle più giovani. A novembre scorso - spiega il prof - ci incontrammo, stavo aspettando il bus e, passando, si fermò e mi salutò con il consueto affetto, abbracciandomi. Mi raccontò che stava lavorando da stagionale in un frantoio. Temeva il giudizio della gente, mi spiegò, che a volte, come capita in piccole comunità, lo definiva leggerino nei rapporti sentimentali, ma lui aveva ampiamente messo la testa a posto, direi fosse diventato "saggio".

Stamane - è la sottolineatura più amara del docente - aveva realizzato una storia su Instagram con l'immagine della strada - esattamente la lingua d'asfalto dove era impegnato - e il nome della ditta di manutenzione presso cui lavorava. Col giubbotto catarifrangente e la bandiera sa sventolare stava segnalando il cantiere. È morto - ci ha ripetuto commosso il prof. Sicolo -, morto come un cane. Oggi i ragazzi a scuola si interrogavano sul perché potesse essere successo. Alcuni - ha concluso - ricordavano di quando frequentavano una panchina della piazzetta, stavano sempre insieme e passavano le sere divertendosi assieme. Ora non c'è più».
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