Cronaca
Uccise la moglie a Bitonto a coltellate: sconto di pena all'assassino
Ridotta da 18 a 15 anni la condanna per Mustafà Oueslati che tolse la vita a Maria Grazia Cutrone nel 2016
Bitonto - giovedì 1 ottobre 2020
18.37
Le fiaccolate, un centro antiviolenza a lei dedicato, persino una legge ispirata al suo sacrificio. Niente però è stato sufficiente a evitare lo sconto di pena per l'assassino di Maria Grazia Cutrone, la 29enne uccisa a Bitonto il 3 novembre del 2016 dal marito, in un impeto di gelosia davanti al figlioletto di 3 anni.
La pena per Mustafà Oueslati, il 44enne reo confesso dell'efferato omicidio - che poi tentò, senza riuscirci, anche il suicidio lanciandosi dal balcone dell'abitazione in cui aveva appena assassinato la moglie - sarà ridotta da 18 a 15 anni di reclusione.
La decisione è stata presa dalla Corte di Assise di Appello di Bari che ha riconosciuto tutte le sue responsabilità, dall'omicidio, ai maltrattamenti in famiglia, fino al risarcimento delle parti civile riconosciute, i figli, la mamma e i fratelli della vittima, che ammontano a circa un milione di euro, ma scontando la sua pena.
Maria Grazia Cutrone fuuccisa nella casa della madre - dove viveva dopo aver lasciato il marito violento - con 9 coltellate, prima alla schiena e poi all'addome, perchè il suo assassino riteneva di aver scoperto una presunta relazione extraconiugale della moglie, esasperata da anni di maltrattamenti.
A distanza di quattro anni da quel terribile giorno, sembra trovare una risposta la domanda che pose la presidente del Centro Antiviolenza Bitonto-Palo del Colle, Anna De Vanna, all'indomani della condanna in primo grado di Oueslati: «È questa una giustizia giusta?»
La pena per Mustafà Oueslati, il 44enne reo confesso dell'efferato omicidio - che poi tentò, senza riuscirci, anche il suicidio lanciandosi dal balcone dell'abitazione in cui aveva appena assassinato la moglie - sarà ridotta da 18 a 15 anni di reclusione.
La decisione è stata presa dalla Corte di Assise di Appello di Bari che ha riconosciuto tutte le sue responsabilità, dall'omicidio, ai maltrattamenti in famiglia, fino al risarcimento delle parti civile riconosciute, i figli, la mamma e i fratelli della vittima, che ammontano a circa un milione di euro, ma scontando la sua pena.
Maria Grazia Cutrone fuuccisa nella casa della madre - dove viveva dopo aver lasciato il marito violento - con 9 coltellate, prima alla schiena e poi all'addome, perchè il suo assassino riteneva di aver scoperto una presunta relazione extraconiugale della moglie, esasperata da anni di maltrattamenti.
A distanza di quattro anni da quel terribile giorno, sembra trovare una risposta la domanda che pose la presidente del Centro Antiviolenza Bitonto-Palo del Colle, Anna De Vanna, all'indomani della condanna in primo grado di Oueslati: «È questa una giustizia giusta?»