Cronaca
Uccisero anziana per errore. Adesso confessano e si pentono
Michele Sabba e Rocco Papaleo hanno scelto di collaborare con la giustizia. Entrambi furono arrestati nel blitz del 17 marzo
Bitonto - giovedì 12 aprile 2018
18.21
Hanno deciso di collaborare con la giustizia gli assassini di Anna Rosa Tarantino, l'84enne uccisa per errore durante uno scontro tra clan rivali nel centro storico di Bitonto lo scorso 30 dicembre. Il 23enne Michele Sabba e il 37enne Rocco Papaleo, esecutori materiali del delitto, hanno confessato e si sono pentiti.
Lo si è appreso oggi durante un'udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Bari per la scarcerazione di Cosimo Liso, uno degli otto soggetti arrestati nelle scorse settimane - insieme con Sabba e Papaleo - per quella mattinata di fuoco, nella quale si susseguirono quattro agguati, botta e risposta tra i due gruppi criminali Conte e Cipriano, culminati nell'omicidio dell'anziana.
I pm che coordinano le indagini, Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, hanno depositato il verbale con cui Papaleo ha deciso di collaborare con la giustizia, rivelando particolari di quegli agguati ma anche dei conflitti interni alla criminalità organizzata bitontina negli ultimi mesi su cui continua ad indagare l'Antimafia. All'origine dello scontro ci sarebbe la gestione delle piazze di spaccio e il tradimento di alcuni sodali passati al clan rivale.
Liso (ex Cipriano passato con i Conte) aveva iniziato a spacciare nella piazza dei rivali, nel centro storico, e per questo gli era stato intimato di abbandonare la propria casa. La sua reazione, alle ore 06.30 del 30 dicembre, fu esplodere alcuni colpi di pistola su un portone a Porta Robustina, piazza di spaccio nella città vecchia del clan Cipriano.
Seguirono due spedizioni punitive: una a casa di Liso, sfondando il portone d'ingresso, l'altra in via Pertini, alla periferia di Bitonto, con 31 colpi sul portone della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio controllata da clan Conte. Quindi la risposta con l'agguato nella città vecchia, nel quale Sabba e Papaleo, inseguendo uno spacciatore rivale (Giuseppe Casadibari, anche lui pentito), uccisero la signora Tarantino.
Lo si è appreso oggi durante un'udienza dinanzi al Tribunale del Riesame di Bari per la scarcerazione di Cosimo Liso, uno degli otto soggetti arrestati nelle scorse settimane - insieme con Sabba e Papaleo - per quella mattinata di fuoco, nella quale si susseguirono quattro agguati, botta e risposta tra i due gruppi criminali Conte e Cipriano, culminati nell'omicidio dell'anziana.
I pm che coordinano le indagini, Ettore Cardinali e Marco D'Agostino, hanno depositato il verbale con cui Papaleo ha deciso di collaborare con la giustizia, rivelando particolari di quegli agguati ma anche dei conflitti interni alla criminalità organizzata bitontina negli ultimi mesi su cui continua ad indagare l'Antimafia. All'origine dello scontro ci sarebbe la gestione delle piazze di spaccio e il tradimento di alcuni sodali passati al clan rivale.
Liso (ex Cipriano passato con i Conte) aveva iniziato a spacciare nella piazza dei rivali, nel centro storico, e per questo gli era stato intimato di abbandonare la propria casa. La sua reazione, alle ore 06.30 del 30 dicembre, fu esplodere alcuni colpi di pistola su un portone a Porta Robustina, piazza di spaccio nella città vecchia del clan Cipriano.
Seguirono due spedizioni punitive: una a casa di Liso, sfondando il portone d'ingresso, l'altra in via Pertini, alla periferia di Bitonto, con 31 colpi sul portone della palazzina dove ha sede la piazza di spaccio controllata da clan Conte. Quindi la risposta con l'agguato nella città vecchia, nel quale Sabba e Papaleo, inseguendo uno spacciatore rivale (Giuseppe Casadibari, anche lui pentito), uccisero la signora Tarantino.