Cronaca
Omicidio Caprio a Bitonto: via al processo, ma viene subito rinviato
L'udienza di ieri è durata pochi minuti: il procedimento riprenderà il prossimo 14 febbraio, dopo il completamento delle notifiche
Bitonto - martedì 31 gennaio 2023
6.38
È durata pochi minuti l'udienza davanti alla Corte di Assise di Bari nell'ambito del processo di primo grado per l'omicidio di Paolo Caprio, l'imbianchino 40enne di Bitonto morto dopo essere stato aggredito nella notte tra il 4 e il 5 settembre dello scorso anno all'esterno del bar dell'area di servizio Dill's lungo l'arteria provinciale che porta a Modugno.
Con l'accusa di omicidio volontario è imputato il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, ritenuto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Ignazio Abadessa, responsabile del pestaggio. Il procedimento riprenderà il prossimo 14 febbraio, sempre in Corte d'Assise, dopo il completamento delle notifiche di comparizione degli ultimi testimoni citati dalla parte civile. Quel giorno, fra due settimane, dovrebbero essere sentiti tre oppure quattro testi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e morì. La Procura ritiene si sia trattato di omicidio volontario, mentre la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta, intende provare che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale e che i pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale causato dalla caduta.
Nel provvedimento di convalida del fermo di indiziato di delitto in carcere, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, aveva sottolineato anche la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento da parte di Giampalmo, ancora detenuto. Il procedimento riprenderà il 14 febbraio, dopo il completamento delle notifiche.
Con l'accusa di omicidio volontario è imputato il 21enne ex pugile Fabio Giampalmo, ritenuto dal pubblico ministero della Procura della Repubblica di Bari, Ignazio Abadessa, responsabile del pestaggio. Il procedimento riprenderà il prossimo 14 febbraio, sempre in Corte d'Assise, dopo il completamento delle notifiche di comparizione degli ultimi testimoni citati dalla parte civile. Quel giorno, fra due settimane, dovrebbero essere sentiti tre oppure quattro testi.
Secondo quanto emerso dalle indagini, Caprio, dopo essere stato colpito, cadde sbattendo la testa sul marciapiede e morì. La Procura ritiene si sia trattato di omicidio volontario, mentre la difesa, composta dagli avvocati Giovanni Capaldi e Nicola Quaranta, intende provare che si sia trattato di un omicidio preterintenzionale e che i pugni inferti non siano stati idonei a cagionare la morte che sarebbe avvenuta per il trauma occipitale causato dalla caduta.
Nel provvedimento di convalida del fermo di indiziato di delitto in carcere, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Galesi, aveva sottolineato anche la profonda conoscenza delle tecniche di combattimento da parte di Giampalmo, ancora detenuto. Il procedimento riprenderà il 14 febbraio, dopo il completamento delle notifiche.