Territorio e Ambiente
Una lenza uccide un'altra tartaruga marina a S.Spirito
Un giovane esemplare è rimasto impigliato ed è annegato. A ottobre era toccato a un'altra caretta-caretta
Bitonto - mercoledì 22 novembre 2017
11.54
La fortuna di avere un vero e proprio scrigno ricolmo di gioielli flori-faunistici unici e l'incapacità di comprendere quanto in fretta possa essere distrutto a causa della irresponsabile superficialità degli sporcaccioni. È il tragico contrastante destino cui sembra condannato il litorale pugliese, scenario nelle scorse ore di un'altra morte evitabile di un esemplare protetto. È successo sul lungomare di Santo Spirito, nei pressi dell'incrocio con via Pansini, dove una tartaruga Caretta-Caretta è morta dopo essere rimasta impigliata in una lenza che le ha bloccato la pinna anteriore destra senza lasciarle scampo. A causare la morte, quasi certamente, l'annegamento dovuto alla fatica: l'animale deve aver lungamente lottato per divincolarsi fino a lasciarsi annegare una volta sfinito dallo sforzo fisico. La corrente ha poi portato la tartaruga fino agli scogli dove alcuni passanti l'hanno fotografata per segnalarla alla Capitaneria di Porto che adesso ha il compito di accertarne le cause di morte e provvedere allo smaltimento.
Meno di un mese fa lo stesso destino era capitato ad un'altra tartaruga della stessa specie, trovata spiaggiata nei pressi del Castello di Argiro, mentre ad agosto era stata la volta di un delfino trovare la morte, molto probabilmente a causa di un ammasso di plastica scambiato per cibo e ingurgitato.
Una mattanza che si potrebbe evitare se si comprendesse la pericolosità di ogni singolo rifiuto gettato irresponsabilmente in mare.
Meno di un mese fa lo stesso destino era capitato ad un'altra tartaruga della stessa specie, trovata spiaggiata nei pressi del Castello di Argiro, mentre ad agosto era stata la volta di un delfino trovare la morte, molto probabilmente a causa di un ammasso di plastica scambiato per cibo e ingurgitato.
Una mattanza che si potrebbe evitare se si comprendesse la pericolosità di ogni singolo rifiuto gettato irresponsabilmente in mare.