Cronaca
Una raccolta fondi per aiutare la famiglia di Rohela
Grazie all'aiuto della famiglia bitontina Maffei e di Refugees Welcome Italia ha potuto riabbracciare i figli rimasti a Kabul
Bitonto - venerdì 16 settembre 2022
Le atrocità della guerra sembrano sempre troppo lontane, fino a quando non arrivano alle nostre orecchie tragiche storie, come quella di Rohela Ahmadzai, che sin dall'agosto del 2021 aveva chiesto a gran voce "Salvate i miei figli!», rimasti in Afghanistan. Quel giorno è finalmente arrivato, a distanza di un anno, grazie all'aiuto della famiglia bitontina Maffei – che l'ha accolta e sostenuta nel raggiungimento della sua autonomia, fin dal primo istante - e di Refugees Welcome Italia - Bari, Rohela ha potuto riabbracciare i suoi figli. Per favorire l'inclusione e aiutare concretamente l'inserimento dell'intera famiglia afgana Refugees ha fatto partire una raccolta fondi sul proprio sito internet.
Venuta in Italia 10 anni fa, con due dei suoi quattro figli per sottoporre una delle bambine a cure oncologiche, è stata costretta a lasciare a Kabul i due figli più piccoli. La situazione in Afghanistan è precipitata nell'agosto del 2021, a causa dell'occupazione dei Talebani e Rohela ha fortemente temuto per i suoi figli. Dopo innumerevoli peripezie, che hanno richiesto il dialogo e l'intervento del Ministero degli Esteri Italiano e delle Ambasciate, Rohela ha potuto riabbracciare i suoi due figli, una ragazza di 18 anni e un bimbo di 10, insieme a sua sorella, di 40 anni, e i suoi due figli, di 12 e 24 anni. Attualmente, vivono tutti e 8 in un piccolo appartamento, nella provincia di Bari e l'unico sostegno economico è costituito dal lavoro di Rohela, come badante.
Il gruppo RWI Bari – di cui Rohela fa parte ormai da tre anni - e la famiglia Maffei si sono subito attivati per costruire una rete, insieme a Etnie Onlus e medici con l'Africa CUAMM Bari, per supportare Rohela e la sua famiglia. La rete, aperta a quanto vorranno aiutare, in questo contesto diventa fondamentale per poter sostenere emotivamente ed economicamente l'intera famiglia in questo momento.
«Dato che al momento l'unico reddito è costituito dal lavoro di Rohela, abbiamo attivato una raccolta fondi per aiutare lei e la sua famiglia a coprire le spese di sostentamento, quali vitto e utenze, e supportarli nel loro percorso di inserimento scolastico e lavorativo – scrive Refugees Welcome Italia - sarà fondamentale per loro frequentare corsi di italiano per acquisire maggiore sicurezza sia nella comunicazione con l'esterno, sia all'interno della famiglia in quanto le bambine, cresciute in Italia, non comprendono la lingua afghana. Successivamente frequenteranno un tirocinio che possa renderli autonomi più a lungo termine e permettere il sostentamento della famiglia. I due minori, al contempo, frequenteranno la scuola e, compatibilmente con i fondi raccolti, attività extrascolastiche che permettano loro di recuperare la serenità dell'infanzia».
Un importante gesto di accoglienza e di solidarietà che potrebbe realmente dare una speranza e tracciare una strada per gli otto componenti di questa famiglia. Un futuro migliore, di quello che ha vissuto Rohela, costretta a fuggire da un Paese in cui la sharia islamica, proclamata come legge suprema anche nella vita civile dai talebani, le aveva imposto un matrimonio a 13 anni, dopo aver dovuto lasciare la scuola. Un futuro fatto di inclusione e di indipendenza lavorativa.
Per donare clicca qui
Venuta in Italia 10 anni fa, con due dei suoi quattro figli per sottoporre una delle bambine a cure oncologiche, è stata costretta a lasciare a Kabul i due figli più piccoli. La situazione in Afghanistan è precipitata nell'agosto del 2021, a causa dell'occupazione dei Talebani e Rohela ha fortemente temuto per i suoi figli. Dopo innumerevoli peripezie, che hanno richiesto il dialogo e l'intervento del Ministero degli Esteri Italiano e delle Ambasciate, Rohela ha potuto riabbracciare i suoi due figli, una ragazza di 18 anni e un bimbo di 10, insieme a sua sorella, di 40 anni, e i suoi due figli, di 12 e 24 anni. Attualmente, vivono tutti e 8 in un piccolo appartamento, nella provincia di Bari e l'unico sostegno economico è costituito dal lavoro di Rohela, come badante.
Il gruppo RWI Bari – di cui Rohela fa parte ormai da tre anni - e la famiglia Maffei si sono subito attivati per costruire una rete, insieme a Etnie Onlus e medici con l'Africa CUAMM Bari, per supportare Rohela e la sua famiglia. La rete, aperta a quanto vorranno aiutare, in questo contesto diventa fondamentale per poter sostenere emotivamente ed economicamente l'intera famiglia in questo momento.
«Dato che al momento l'unico reddito è costituito dal lavoro di Rohela, abbiamo attivato una raccolta fondi per aiutare lei e la sua famiglia a coprire le spese di sostentamento, quali vitto e utenze, e supportarli nel loro percorso di inserimento scolastico e lavorativo – scrive Refugees Welcome Italia - sarà fondamentale per loro frequentare corsi di italiano per acquisire maggiore sicurezza sia nella comunicazione con l'esterno, sia all'interno della famiglia in quanto le bambine, cresciute in Italia, non comprendono la lingua afghana. Successivamente frequenteranno un tirocinio che possa renderli autonomi più a lungo termine e permettere il sostentamento della famiglia. I due minori, al contempo, frequenteranno la scuola e, compatibilmente con i fondi raccolti, attività extrascolastiche che permettano loro di recuperare la serenità dell'infanzia».
Un importante gesto di accoglienza e di solidarietà che potrebbe realmente dare una speranza e tracciare una strada per gli otto componenti di questa famiglia. Un futuro migliore, di quello che ha vissuto Rohela, costretta a fuggire da un Paese in cui la sharia islamica, proclamata come legge suprema anche nella vita civile dai talebani, le aveva imposto un matrimonio a 13 anni, dopo aver dovuto lasciare la scuola. Un futuro fatto di inclusione e di indipendenza lavorativa.
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