Cronaca
Una testa di capretto mozzata al DS Vincenzo De Santis
Minacce al dirigente bitontino a Taranto da due mesi: «Sporco barese»
Bitonto - mercoledì 12 febbraio 2020
9.58
«Sono di Bitonto e sono qui solo da due mesi. Un gesto vile».
Ha commentato così il Direttore Sportivo del Taranto, Vincenzo De Santis, divenuto bersaglio di un grave episodio intimidatorio da parte, con ogni probabilità, da frange estreme del tifo tarantino dopo la sconfitta dei rossoblu in casa nel derby di serie D contro il Foggia. Nei pressi di un locale sul lungomare di Taranto infatti è stata rinvenuta una busta gialla con la scritta "Ds sporco barese"; accanto una testa di capretto insanguinata, macabra intimidazione in stile mafioso rivolta al dirigente bitontino.
La solidarietà della società sportiva non è tardata ad arrivare, così come la vicinanza a De Santis rimasto «oggetto di una vile e vergognosa minaccia. Un altro, folle avvertimento a due mesi dal primo episodio contro l'ex dg Gino Montella (a dicembre fu messo vicino allo stadio un manichino con una corda al collo con una scritta offensiva nei suoi confronti). È il momento di dire basta. Tutte le componenti del calcio tarantino si adoperino per evitare derive violente, che continuano a turbare l'ambiente e a rovinare l'immagine della città».
Ha commentato così il Direttore Sportivo del Taranto, Vincenzo De Santis, divenuto bersaglio di un grave episodio intimidatorio da parte, con ogni probabilità, da frange estreme del tifo tarantino dopo la sconfitta dei rossoblu in casa nel derby di serie D contro il Foggia. Nei pressi di un locale sul lungomare di Taranto infatti è stata rinvenuta una busta gialla con la scritta "Ds sporco barese"; accanto una testa di capretto insanguinata, macabra intimidazione in stile mafioso rivolta al dirigente bitontino.
La solidarietà della società sportiva non è tardata ad arrivare, così come la vicinanza a De Santis rimasto «oggetto di una vile e vergognosa minaccia. Un altro, folle avvertimento a due mesi dal primo episodio contro l'ex dg Gino Montella (a dicembre fu messo vicino allo stadio un manichino con una corda al collo con una scritta offensiva nei suoi confronti). È il momento di dire basta. Tutte le componenti del calcio tarantino si adoperino per evitare derive violente, che continuano a turbare l'ambiente e a rovinare l'immagine della città».