Vita di città
VIDEO - Satyritont: la satira a Bitonto, come non l'avete mai vista
Politici e personaggi pubblici nel mirino. Senza esclusione di colpi
Bitonto - martedì 13 marzo 2018
8.53
C'è il sindaco di Bitonto che chiude le scuole per la neve, la neo eletta deputata pentastellata bitontina alle prese con i suoi esami fuoricorso, un mastodontico Adinolfi su un contestato manifesto pubblicitario che invita al dimagrimento e una serie infinita di interpretazioni per lo spot di Renzi girato in città. Nessuno, insomma, sfugge alla lama tagliente di Satyritont, il nuovo periodico "made in Bitonto" che fa della satira, quella vera, la stella polare attraverso cui osservare fatti e personaggi non necessariamente passati all'ombra del Torrione Angioino.
Ad animare questo progetto, che al momento si concretizza solo sui social e in particolare su Facebook, un gruppo di "misteriosi" ragazzi bitontini. Di un paio siamo riusciti a risalire alle identità, ma continueremo a non rivelarli finchè non saranno tutti identificati. Anche perchè la parte più corposa del gruppo vive fuori città, anzi, fuori proprio dal Paese, in Scozia e Inghilterra e pare si occupi di ricerca.
«Siamo da sempre grandi appassionati di satira – ci spiega uno degli ideatori di questa iniziativa – seguivamo il lavoro dei grandi testimoni di questo genere degli anni passati, costretti, nel tempo, a cedere il passo a forme di comicità che poco o nulla hanno a che vedere con la satira. Personalmente, conservo ancora la copia del libro di Luttazzi che include alcune delle mie battute, selezionate dopo un contest e inserite in quest'opera edita nel 2010 da Feltrinelli. Adesso personaggi come Luttazzi e trasmissioni come la sua sono praticamente spariti, anche perchè i contenuti della satira non sono sempre facilmente comprensibili, non sprigionano sempre la risata sguaiata. La satira deve anche solo far riflettere o sorridere amaramente».
Ecco perchè sulla pagina è possibile trovare contenuti che vanno dalla parodia di fatti di attualità e cronaca locale, passando per quella regionale e nazionale, con immagini, infografiche, battute e video montaggi, in certi casi davvero esilaranti.
«Ovviamente non ci aspettiamo che tutti trovino questo materiale divertente – spiega ancora "l'anonimo" responsabile – però è bello incontrarci, confrontarci sui temi e sul modo di veicolarli, lavorando esattamente come una piccola redazione». Per i ragazzi resta un hobby senza pretese, per riempire quel vuoto che si è creato con l'eliminazione delle trasmissioni televisive satiriche che hanno fatto scuola, ma anche per fare da contraltare ad alcuni progetti similari presenti sui social e dedicati alla città, nati "bene" con interventi e colpi sferrati verso tutti i protagonisti della città e poi trasformatisi col tempo in organismi politici veri e propri con obiettivi ben precisi e calcolati.
Anche per questo sia per il nome che per l'immagine di copertina, i protagonisti di questo progetto hanno deciso di ispirarsi alla satira delle origini, quella nata nell'antica Grecia da dove è stato estrapolato un tempio che ha sostituito la Cattedrale di Bitonto, sfruttando poi il celebre romanzo latino di Petronio, per il gioco di parole Satyricon-Satyritont, dove del nome della città è rimasta solo la desinenza più comica "tont".
Perchè, alla fine, l'intento di questi ragazzi è abbastanza semplice ma incredibilmente "nobile": prendersi un po' meno sul serio per riassegnare alle cose di tutti i giorni la loro reale finita dimensione.
Ad animare questo progetto, che al momento si concretizza solo sui social e in particolare su Facebook, un gruppo di "misteriosi" ragazzi bitontini. Di un paio siamo riusciti a risalire alle identità, ma continueremo a non rivelarli finchè non saranno tutti identificati. Anche perchè la parte più corposa del gruppo vive fuori città, anzi, fuori proprio dal Paese, in Scozia e Inghilterra e pare si occupi di ricerca.
«Siamo da sempre grandi appassionati di satira – ci spiega uno degli ideatori di questa iniziativa – seguivamo il lavoro dei grandi testimoni di questo genere degli anni passati, costretti, nel tempo, a cedere il passo a forme di comicità che poco o nulla hanno a che vedere con la satira. Personalmente, conservo ancora la copia del libro di Luttazzi che include alcune delle mie battute, selezionate dopo un contest e inserite in quest'opera edita nel 2010 da Feltrinelli. Adesso personaggi come Luttazzi e trasmissioni come la sua sono praticamente spariti, anche perchè i contenuti della satira non sono sempre facilmente comprensibili, non sprigionano sempre la risata sguaiata. La satira deve anche solo far riflettere o sorridere amaramente».
Ecco perchè sulla pagina è possibile trovare contenuti che vanno dalla parodia di fatti di attualità e cronaca locale, passando per quella regionale e nazionale, con immagini, infografiche, battute e video montaggi, in certi casi davvero esilaranti.
«Ovviamente non ci aspettiamo che tutti trovino questo materiale divertente – spiega ancora "l'anonimo" responsabile – però è bello incontrarci, confrontarci sui temi e sul modo di veicolarli, lavorando esattamente come una piccola redazione». Per i ragazzi resta un hobby senza pretese, per riempire quel vuoto che si è creato con l'eliminazione delle trasmissioni televisive satiriche che hanno fatto scuola, ma anche per fare da contraltare ad alcuni progetti similari presenti sui social e dedicati alla città, nati "bene" con interventi e colpi sferrati verso tutti i protagonisti della città e poi trasformatisi col tempo in organismi politici veri e propri con obiettivi ben precisi e calcolati.
Anche per questo sia per il nome che per l'immagine di copertina, i protagonisti di questo progetto hanno deciso di ispirarsi alla satira delle origini, quella nata nell'antica Grecia da dove è stato estrapolato un tempio che ha sostituito la Cattedrale di Bitonto, sfruttando poi il celebre romanzo latino di Petronio, per il gioco di parole Satyricon-Satyritont, dove del nome della città è rimasta solo la desinenza più comica "tont".
Perchè, alla fine, l'intento di questi ragazzi è abbastanza semplice ma incredibilmente "nobile": prendersi un po' meno sul serio per riassegnare alle cose di tutti i giorni la loro reale finita dimensione.