Politica
Violenze a Bologna, a Bitonto è scontro tra Lega e Rifondazione Comunista
Pellegrino insorge dopo la richiesta di convocazione di Consiglio comunale per condannare operato Governo Meloni
Bitonto - giovedì 14 novembre 2024
«Non possiamo più tollerare che queste manifestazioni di odio e violenza siano giustificate o ignorate. La comunità ebraica e tutti i cittadini meritano rispetto e sicurezza. Bitonto deve essere una città dove i valori della pace e della convivenza non siano messi in discussione da chi cerca di fomentare odio e divisioni».
È dura la posizione di Sandro Pellegrino, il referente cittadino per la Lega Salvini Premier. In realtà è tutto il centrodestra cittadino perplesso sulla richiesta maturata da Rifondazione Comunista Bitonto di convocare una Consiglio comunale per condannare l'operato del Governo Meloni a Bologna, dove era stata autorizzata una manifestazione di Casa Pound, formazione di estrema destra.
I centri sociali e gli antagonisti Antifa - secondo quanto ricostruito dalla Questura del capoluogo emiliano - erano scesi in strada per impedire la manifestazione ed avevano aggredito le forze dell'ordine ed anche alcuni passanti, come mostrato da alcune riprese televisive.
Un dibattito nazionale che però ha coinvolto in queste ore anche una porzione di politica bitontina.
«Prendo atto con stupore della richiesta di Rifondazione Comunista cittadina di Bitonto una richiesta al Sindaco del comune Francesco Paolo Ricci di convocare un Consiglio Comunale per condannare l'operato del Governo Meloni a seguito della manifestazione di Bologna, descrivendo i partecipanti come "300 camicie nere". Tale affermazione - spiega Pellegrino - oltre a essere pretestuosa, è profondamente sbagliata e inaccettabile, poiché mira a distorcere i fatti per alimentare una narrazione ideologica e divisiva.
È bene chiarire che gli episodi di violenza e le rappresaglie contro il corteo e contro le forze dell'ordine a Bologna non sono stati causati dai manifestanti, ma da gruppi antifascisti "criminali" che, nel tentativo di raggiungere il corteo della Rete dei Patrioti, hanno messo in pericolo l'ordine pubblico. Lo stesso vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha ricordato: "Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale. Non lo so, definiteli come volete voi, però quello che abbiamo visto ieri a Bologna è qualcosa di indegno, di vergognoso che non si deve più ripetere".
Le accuse mosse da Rifondazione Comunista cittadina - insiste il referente leghista - per il tramite del suo segretario tentano di dipingere un'immagine surreale, facendo passare per "camicie nere" un gruppo di cittadini italiani che, con idee diverse, esercitavano un diritto costituzionale: quello di manifestare pacificamente. È inaccettabile che chi si fa portavoce di valori democratici e antifascisti usi termini carichi di odio e disprezzo per denigrare una parte di italiani solo perché hanno un'opinione diversa.
Bitonto è una città antifascista. Certo. Ma è anche una città che rispetta la democrazia e la libertà di pensiero, e che non si presta a strumentalizzazioni politiche».
«Mi aspetto - conclude Pellegrino - una posizione chiara da parte dell'Amministrazione comunale e delle forze di sinistra cittadine che rappresentano tutti i cittadini bitontini e delle frazioni di Palombaio e Mariotto. Se davvero difendete la libertà e la democrazia, allora condannate senza esitazione queste manifestazioni di odio. Altrimenti, il silenzio sarà la prova che siete complici di una narrativa di violenza e intolleranza che minaccia la nostra stessa società. Questa è la nostra posizione, questa è la mia ferma posizione come militante del centrodestra e referente della Lega cittadina e continueremo a sostenerla, nel rispetto delle istituzioni democratiche e dei valori della nostra Costituzione».
È dura la posizione di Sandro Pellegrino, il referente cittadino per la Lega Salvini Premier. In realtà è tutto il centrodestra cittadino perplesso sulla richiesta maturata da Rifondazione Comunista Bitonto di convocare una Consiglio comunale per condannare l'operato del Governo Meloni a Bologna, dove era stata autorizzata una manifestazione di Casa Pound, formazione di estrema destra.
I centri sociali e gli antagonisti Antifa - secondo quanto ricostruito dalla Questura del capoluogo emiliano - erano scesi in strada per impedire la manifestazione ed avevano aggredito le forze dell'ordine ed anche alcuni passanti, come mostrato da alcune riprese televisive.
Un dibattito nazionale che però ha coinvolto in queste ore anche una porzione di politica bitontina.
«Prendo atto con stupore della richiesta di Rifondazione Comunista cittadina di Bitonto una richiesta al Sindaco del comune Francesco Paolo Ricci di convocare un Consiglio Comunale per condannare l'operato del Governo Meloni a seguito della manifestazione di Bologna, descrivendo i partecipanti come "300 camicie nere". Tale affermazione - spiega Pellegrino - oltre a essere pretestuosa, è profondamente sbagliata e inaccettabile, poiché mira a distorcere i fatti per alimentare una narrazione ideologica e divisiva.
È bene chiarire che gli episodi di violenza e le rappresaglie contro il corteo e contro le forze dell'ordine a Bologna non sono stati causati dai manifestanti, ma da gruppi antifascisti "criminali" che, nel tentativo di raggiungere il corteo della Rete dei Patrioti, hanno messo in pericolo l'ordine pubblico. Lo stesso vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, ha ricordato: "Zecche rosse, comunisti, delinquenti, criminali da centro sociale. Non lo so, definiteli come volete voi, però quello che abbiamo visto ieri a Bologna è qualcosa di indegno, di vergognoso che non si deve più ripetere".
Le accuse mosse da Rifondazione Comunista cittadina - insiste il referente leghista - per il tramite del suo segretario tentano di dipingere un'immagine surreale, facendo passare per "camicie nere" un gruppo di cittadini italiani che, con idee diverse, esercitavano un diritto costituzionale: quello di manifestare pacificamente. È inaccettabile che chi si fa portavoce di valori democratici e antifascisti usi termini carichi di odio e disprezzo per denigrare una parte di italiani solo perché hanno un'opinione diversa.
Bitonto è una città antifascista. Certo. Ma è anche una città che rispetta la democrazia e la libertà di pensiero, e che non si presta a strumentalizzazioni politiche».
«Mi aspetto - conclude Pellegrino - una posizione chiara da parte dell'Amministrazione comunale e delle forze di sinistra cittadine che rappresentano tutti i cittadini bitontini e delle frazioni di Palombaio e Mariotto. Se davvero difendete la libertà e la democrazia, allora condannate senza esitazione queste manifestazioni di odio. Altrimenti, il silenzio sarà la prova che siete complici di una narrativa di violenza e intolleranza che minaccia la nostra stessa società. Questa è la nostra posizione, questa è la mia ferma posizione come militante del centrodestra e referente della Lega cittadina e continueremo a sostenerla, nel rispetto delle istituzioni democratiche e dei valori della nostra Costituzione».