Calcio
Delvino alla Viareggio Cup: "E' la vetrina dei futuri campioni"
Il 19enne difensore bitontino del Bisceglie convocato nella rappresentativa di serie D
Bitonto - mercoledì 8 marzo 2017
05.00
Nel Bari ha cominciato la trafila giovanile, ed ora se lo ritrova contro, con la maglia della rappresentativa di serie D. C'è anche il bitontino Fabio Delvino, difensore in forza all'As Bisceglie 1913, fra i convocati della selezione di categoria che parteciperà alla Viareggio Cup.
Martedì prossimo il debutto, appunto contro il Bari, a Badesse, nel Senese, in un girone eliminatorio che comprende anche Napoli e gli argentini del Camioneros. Una vetrina per tanti campioni, la Coppa Carnevale, da Roberto Baggio a Maurito Icardi, passando per Nesta e Del Piero. "E pure Schweinsteiger e Florenzi" ricorda Fabio, 19 anni compiuti il 1° marzo, con la prontezza di chi i nomi famosi transitati al Viareggio se li è scorsi tutti. Con la speranza, un domani, di aggiungervi il suo.
L'abbiamo intervistato fra un allenamento ed una riunione tecnica, già in Toscana per rispondere alla convocazione di Augusto Gentilini, arrivata proprio il giorno del suo compleanno: "La convocazione? Non me l'aspettavo – ammette candidamente Delvino – Al primo stage siamo partiti in 90, ed ora sono fra i 22 che sono a Viareggio. E adesso è festa grande per me e per la società che ha creduto nelle mie possibilità".
Dove ha cominciato?
"Ho fatto la scuola calcio a Bitonto, nel Torrione, con Gino Rossiello come allenatore. Ci giocava anche mio padre Francesco, ma in attacco. Ha smesso a 15 anni. Spera che io abbia le possibilità che lui non ha avuto. Senza alcuna pressione, però: mi segue nel modo giusto, con serenità".
Poi, subito via da Bitonto?
"Sì, nel Bari, quattro anni sino al 2014. Non mi hanno confermato e Carlo Prayer mi ha voluto con sé ad Andria, nei Giovanissimi Nazionali. Poi a Bisceglie, prima gli Juniores e quindi in prima squadra, sempre con Prayer. Ho anche esordito in serie D, all'ultima partita. L'anno dopo a Barletta con gli Allievi Nazionali ed infine a Matera la scorsa stagione, nella Berretti".
Quest'anno, spesso titolare in serie D, con Ragno in panchina.
"Ho saltato solo sei partite, dopo un infortunio contro il Potenza nel girone d'andata. Vengo impiegato come terzino destro. Stiamo facendo bene (il Bisceglie è secondo in classifica nel girone H, ndg) e vogliamo arrivare il più lontano possibile".
Che s'aspetta dalla Viareggio Cup?
"E' una delle vetrine più prestigiose per un giovane: ci saranno tanti addetti ai lavori a vederci. Sui tre '97 del gruppo, due sono centrali difensivi come me. Ma spero di potermi ritagliare ugualmente uno spazio. E' già importante essere in questo gruppo: tutto ciò che viene in più è di guadagnato".
Si comincia contro il Bari.
"Per un tifoso biancorosso come me, è sempre un'emozione: campionato o amichevole non fa differenza. Ci ho giocato contro parecchie volte".
A quale giocatore s'ispira?
"Barzagli: il giusto mix fra tecnica ed efficacia difensiva. A chi mi paragonano? A Ranocchia, ma solo come struttura fisica. Lui ha cominciato da centrocampista? Anche io a Bitonto: i miei piedi non sono poi così male".
Già, Bitonto. Ha mai pensato, presto o tardi, di tornare a giocare nel suo paese?
"Non ci ho mai pensato. Eppure l'Unione Sportiva la seguo spesso, e con interesse. L'Omnia un po' meno, ma so che stanno disputando un gran campionato".
Chi è Fabio Delvino fuori dal campo?
"Un ragazzo come tanti, cui piace ritrovarsi con gli amici di sempre per uscire. Quest'anno ho gli esami di maturità. Scientifica, a Bari, in una scuola in cui ho la possibilità di studiare ma anche di allenarmi due volte al giorno. Speriamo che assieme alla maturità scolastica arrivi presto quella calcistica".
Martedì prossimo il debutto, appunto contro il Bari, a Badesse, nel Senese, in un girone eliminatorio che comprende anche Napoli e gli argentini del Camioneros. Una vetrina per tanti campioni, la Coppa Carnevale, da Roberto Baggio a Maurito Icardi, passando per Nesta e Del Piero. "E pure Schweinsteiger e Florenzi" ricorda Fabio, 19 anni compiuti il 1° marzo, con la prontezza di chi i nomi famosi transitati al Viareggio se li è scorsi tutti. Con la speranza, un domani, di aggiungervi il suo.
L'abbiamo intervistato fra un allenamento ed una riunione tecnica, già in Toscana per rispondere alla convocazione di Augusto Gentilini, arrivata proprio il giorno del suo compleanno: "La convocazione? Non me l'aspettavo – ammette candidamente Delvino – Al primo stage siamo partiti in 90, ed ora sono fra i 22 che sono a Viareggio. E adesso è festa grande per me e per la società che ha creduto nelle mie possibilità".
Dove ha cominciato?
"Ho fatto la scuola calcio a Bitonto, nel Torrione, con Gino Rossiello come allenatore. Ci giocava anche mio padre Francesco, ma in attacco. Ha smesso a 15 anni. Spera che io abbia le possibilità che lui non ha avuto. Senza alcuna pressione, però: mi segue nel modo giusto, con serenità".
Poi, subito via da Bitonto?
"Sì, nel Bari, quattro anni sino al 2014. Non mi hanno confermato e Carlo Prayer mi ha voluto con sé ad Andria, nei Giovanissimi Nazionali. Poi a Bisceglie, prima gli Juniores e quindi in prima squadra, sempre con Prayer. Ho anche esordito in serie D, all'ultima partita. L'anno dopo a Barletta con gli Allievi Nazionali ed infine a Matera la scorsa stagione, nella Berretti".
Quest'anno, spesso titolare in serie D, con Ragno in panchina.
"Ho saltato solo sei partite, dopo un infortunio contro il Potenza nel girone d'andata. Vengo impiegato come terzino destro. Stiamo facendo bene (il Bisceglie è secondo in classifica nel girone H, ndg) e vogliamo arrivare il più lontano possibile".
Che s'aspetta dalla Viareggio Cup?
"E' una delle vetrine più prestigiose per un giovane: ci saranno tanti addetti ai lavori a vederci. Sui tre '97 del gruppo, due sono centrali difensivi come me. Ma spero di potermi ritagliare ugualmente uno spazio. E' già importante essere in questo gruppo: tutto ciò che viene in più è di guadagnato".
Si comincia contro il Bari.
"Per un tifoso biancorosso come me, è sempre un'emozione: campionato o amichevole non fa differenza. Ci ho giocato contro parecchie volte".
A quale giocatore s'ispira?
"Barzagli: il giusto mix fra tecnica ed efficacia difensiva. A chi mi paragonano? A Ranocchia, ma solo come struttura fisica. Lui ha cominciato da centrocampista? Anche io a Bitonto: i miei piedi non sono poi così male".
Già, Bitonto. Ha mai pensato, presto o tardi, di tornare a giocare nel suo paese?
"Non ci ho mai pensato. Eppure l'Unione Sportiva la seguo spesso, e con interesse. L'Omnia un po' meno, ma so che stanno disputando un gran campionato".
Chi è Fabio Delvino fuori dal campo?
"Un ragazzo come tanti, cui piace ritrovarsi con gli amici di sempre per uscire. Quest'anno ho gli esami di maturità. Scientifica, a Bari, in una scuola in cui ho la possibilità di studiare ma anche di allenarmi due volte al giorno. Speriamo che assieme alla maturità scolastica arrivi presto quella calcistica".