Massimo Pizzulli incita i suoi a fine gara. <span>Foto Anna Verriello</span>
Massimo Pizzulli incita i suoi a fine gara. Foto Anna Verriello
Calcio

Il sogno play-off del Bitonto si infrange a Taranto

Neroverdi piegati per 2-1 allo Iacovone in semifinale ma indomiti

Con il viso stanco, le maglie sudate e la consapevolezza di aver dato tutto, anima, orgoglio e coraggio.
Finisce tra gli applausi degli oltre 350 encomiabili tifosi neroverdi la splendida avventura del Bitonto, che cede per 2-1 al Taranto nella semifinale playoff del girone H di Serie D. Allo "Iacovone" i neroverdi sfoggiano l'ennesima prestazione superba di questa stagione non riuscendo però a centrare purtroppo la finalissima contro l'Audace Cerignola, che invece disputerà un Taranto cinico nel primo tempo e molto fortunato nella ripresa. Il Bitonto parte con personalità ma paga a caro prezzo due disattenzioni difensive, subisce il doppio vantaggio jonico e poi sfodera una prestazione coraggiosa e spavalda, mettendo alle corde l'avversario, tenuto a sua volta in vita solo dalle prodezze del portiere Antonino. Alla fine, tra primo tempo e ripresa, si contano ben otto occasioni nitide da reti per il Bitonto, che chiaramente recrimina per la tanta sfortuna. Soprattutto nella seconda frazione di gioco, quando in maniera stoica ed eroica, i neroverdi si riversano in attacco sotto il diluvio dello "Iacovone", una pioggia battente che però non ha scoraggiato i tifosi bitontini, da applausi per l'amore che hanno dedicato alla loro squadra. E che hanno donato applausi convinti al triplice fischio finale al Bitonto, uscito dal campo a testa altissima e consapevole di aver dato davvero tutto.
Tutti disponibili per mister Pizzulli, eccezion fatta per l'infortunato D'Angelo. Il tecnico neroverde conserva il suo 4-3-3 e schiera Figliola tra i pali; linea di difesa con Terrevoli – Montrone – Anaclerio – Cappellari; a centrocampo Zaccaria – Fiorentino – Biason; tridente d'attacco con Patierno punta centrale, supportato ai suoi lati da Turitto e Padulano. Risponde il Taranto di mister Panarelli – privo degli infortunati Pellegrino, Marsili ed Esposito – con un speculare 4-3-3 con l'ex Di Bari al centro della difesa, al fianco di Lanzolla, con Antonino tra i pali e Pelliccia e Ferrara; a centrocampo Manzo – Bonavolontà – D'Agostino, tridente con Croce – Favetta – Oggiano.

Parte meglio il Taranto, con un gol annullato dopo soli cinque minuti per posizione di fuorigioco di Lanzolla su una punizione di D'Agostino battuta dalla lunga distanza e respinta da Figliola. Piano piano, nonostante la pressione degli jonici, cresce il Bitonto, che al 18' va vicino al vantaggio: Patierno apre il gioco sulla destra, favorendo l'inserimento di Terrevoli, che giunge sul fondo e crossa insidiosamente al centro, sulla sfera prova ad intervenire Padulano ma viene anticipato all'ultimo dalla difesa di casa. Quasi sul capovolgimento di fronte, il Taranto passa: azione rapida di contropiede con Di Senso (appena entrato al posto dell'infortunato Oggiano), che scappa via a Cappellari, che esita nel rinviare la sfera, l'esterno rossoblu recupera, e dal fondo campo, lato destro, pennella un cross al centro che trova sul secondo palo lo stacco vincente di Croce, che sovrasta Terrevoli e trafigge Figliola per l'1-0 Taranto.
Il Bitonto reagisce subito: minuto 23, lancio per Patierno in piena area di rigore, l'attaccante neroverde perde l'attimo, la sfera arriva a Turitto che esce dall'area ma guadagna una preziosa punizione, battuta dalla sinistra da Fiorentino, sul secondo palo non arriva davvero per poco Montrone, palla sul fondo.
Quattro minuti e l'occasione per il pari del Bitonto è clamorosa: Padulano si accentra da destra, filtrante sulla corsia tra le linee che libera l'inserimento di Terrevoli, che si ritrova tutto solo davanti ad Antonino, ma spara addosso all'estremo difensore di casa, poi sulla ribattuta Patierno dal limite dell'area ci prova al volo ma conclude alto.
Gol sbagliato e gol subito, la regola del calcio non lascia scampo: al 35', forse nel momento migliore del Bitonto nel primo tempo a livello di ritmo e personalità, arriva il raddoppio del Taranto. Cross di Ferrara dalla destra, in area svarione di Terrevoli, che non riesce a spazzare, la sfera arriva a D'Agostino, che è implacabile e trafigge col diagonale Figliola. 2-0.
Il Bitonto accusa il colpo ma non demorde e sfiora il gol che avrebbe riaperto il match al 45': Padulano pennella in area da trequarti, Patierno parte in posizione regolare, elude il fuorigioco avversario ma in spaccata non tocca la palla quanto basta per superare Antonino. Occasione ghiotta non sfruttata a dovere. Squadre al riposo col Taranto avanti di due reti ma con la sensazione di un risultato abbastanza bugiardo.

Sensazione che diviene però certezza ad inizio ripresa. Perché nella seconda metà di partita c'è solo sostanzialmente una squadra in campo. Ed è il Bitonto, che lotta con orgoglio, ardore e prova a mettere tutte le forze in corpo sul rettangolo verde di gioco. Mister Pizzulli cambia subito e parte con Picci al posto di Padulano. E la mossa rende il Bitonto più spavaldo e propositivo in avanti.
Pronti via e Biason, pescato perfettamente in area di rigore, si attarda e perde l'attimo. 49', opportunità colossale per il Bitonto: cross di Turitto dalla destra, sul secondo palo di testa svetta Patierno ma è sensazionale la prodezza di Antonino, che riesce incredibilmente d'istinto a deviare in angolo. Due minuti solamente, punizione di Fiorentino dalla trequarti, Patierno si libera sul primo palo ma la sua girata da buona posizione è alta sopra la traversa. Ancora due soli giri di lancette, angolo di Fiorentino dalla destra, sul primo palo la spizza Patierno, sul secondo palo sbuca Anaclerio che tocca come può la palla, che termina di un soffio sul fondo. Tre opportunità importantissime per riaprire il match ma il Bitonto paga davvero una giornata sfortunata oltremisura.
I neroverdi lottano come leoni, mettono alle corde l'avversario che praticamente non riesce più a ripartire. Sullo "Iacovone" si abbatte un autentico nubifragio ed il match assume caratteri davvero d'altri tempi. E stoici sono i tifosi bitontini, che continuano ad incitare la loro squadra nonostante una pioggia a dir poco battente.
Alla metà della ripresa, altra grande occasione per il Bitonto ed altra pazzesca parata di Antonino, autentico protagonista di giornata: Patierno dalla sinistra crossa al centro per l'inzuccata di testa di Picci, il colpo di reni del portiere rossoblu è sensazionale. 70', filtrante di Fiorentino in area di rigore a liberare l'inserimento sulla sinistra di Zaccaria che si allunga troppo la palla e favorisce l'intervento in uscita bassa di Antonino. Al 75' mister Pizzulli rischia il tutto per tutto: fuori Montrone, Fiorentino e Zaccaria, dentro Falcone, Camporeale e Paradiso. Si passa al 4-2-4 con Falcone e Turitto esterni alti, a supporto della coppia Picci – Patierno; Biason e Camporeale nel mezzo e linea di difesa quasi tutta under col solo Anaclerio centrale perno d'esperienza, e spostamento di Cappellari al centro.
È un assedio del Bitonto: 78', cross di Cappellari dalla destra, Picci al volo conclude alto sopra la traversa. All'84' finalmente il tanto meritato gol: cross di Turitto dalla sinistra, Patierno al volo col piattone supera Antonino e fa 2-1. Si riaccendono le speranze bitontine, perché con un ulteriore gol si allungherebbe la sfida ai tempi supplementari. Per Patierno rete numero 22 in stagione e in campionato, 102 in carriera.
Il Bitonto negli ultimi minuti ci prova con la forza della disperazione, getta anche Anaclerio in avanti, spreca un'altra ghiotta occasione con Terrevoli, che sbaglia la conclusione al volo in piena area di rigore, mentre il Taranto riesce a gestire e a far trascorrere anche i sei minuti di recupero. Ed infatti nell'extratime l'occasione arriva per gli jonici, con D'Agostino che si libera in ripartenza al limite dell'area ma trova la risposta di Figliola sul suo tiro piazzato. Termina 2-1, non c'è più tempo per il Bitonto, che esce così tra gli applausi del suo pubblico.

La stagione neroverde finisce qui. Con la consapevolezza di aver ridato lustro ai colori neroverdi e aver riacceso la passione di una città intera. E di aver messo delle ottime basi per il futuro. Perché sognare, in fondo, non costa nulla…

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