Sport a 360°
Tecnica ed agilità: ecco il rugby femminile
Domenica 19 marzo concentramento casalingo per le ragazze del Rugby Bitonto 2012
Bitonto - venerdì 10 marzo 2017
Forza fisica, scontri duri, schizzi di fango queste le immagini con cui troppo spesso si pensa al rugby, ma ridurre lo sport della palla ovale semplicemente a questo sarebbe ingiusto. Lo sanno bene le ragazze del Rugby Bitonto 2012 che partecipano alla Coppa Italia e che combattono i pregiudizi di una mentalità ancora imperante, che considera impossibile o quasi declinare al femminile uno sport apparentemente così fisico.
Ad introdurci nel mondo della palla ovale rosa è Marco Marcario, che riveste una doppia veste in società: oltre che pilone della squadra maschile, allena le ragazze dall'inizio di questa avventura.
"La nostra squadra – ci racconta – è nata ufficialmente a gennaio 2016 da un'idea di Angelica Lacetera ed Annalisa Marrone. Entrambe venivano da un passato importante, avendo giocato anche in serie A. Per entrambe era sempre più insostenibile spostarsi per gare ed allenamenti a Modugno, dove stavano giocando, e così hanno cercato di coltivare la passione per questo sport nella loro città, Bitonto. La società ha accolto il loro input ed è così che è nata la squadra femminile. All'inizio eravamo solo in dieci. Ora siamo in quindici".
A quale competizione partecipate attualmente?
"Alla Coppa Italia Femminile Seniores, una manifestazione promozionale che si articola in varie tappe. In ognuna di esse si affrontano tutte le squadre del raggruppamento, nel nostro caso i Panthers Rugby Team di Modugno, l'Usd Polisportiva Acli Campobasso e la Polisportiva Camarda Rugby Bernalda. Giochiamo con sette giocatrici in una sola metà del campo (a differenza del rugby a 7 tradizionale, ndg) per fare sì che sia più facile occupare gli spazi. Le regole sono identiche a quelle del rugby a 15, ma a differenza di quest'ultimo vengono esaltate la componente tecnica, la capacità di accelerare evitando i contatti ed i passaggi".
Meno contatto e più spettacolo per favorire un ritmo di gioco più frenetico ed emozionante.
"Sì, la gara si compone di due tempi da 7 minuti l'uno. Rispetto al rugby che conosciamo, gli infortuni sono meno frequenti".
L'allenatore della nazionale femminile, Andrea Di Giandomenico, ha dichiarato che questo sport è per atleti, il genere è secondario. E' d'accordo con questa affermazione?
"Ogni allenatore è tenuto ad approcciarsi agli atleti che ha difronte, in modo diverso a seconda delle loro caratteristiche. Poco importa se davanti a me ci siano ragazzi o ragazze, l'unica cosa che conta è l'approccio. Occorre valorizzare le peculiarità della diversa fisicità delle ragazze, come l'elasticità, la maggiore agilità, la velocità. In questo modo non solo si riesce a raggiungere una buona qualità di gioco, ma si riesce ad esaltarne anche i gesti tecnici".
Lei ha allenato anche squadre maschili. Quale la più grossa differenza?
"Le donne sono più disciplinate: riescono ad eseguire quello che si prova durante l'allenamento anche in partita, perché sopportano lo stress meglio degli uomini. In campo si deve decidere in pochissimo tempo se passare la palla oppure correre, e loro riescono ad essere lucide anche sotto pressione. Gli uomini, invece, vanno in difficoltà. E per questo tante volte optano per la soluzione più fisica".
Quale invece la difficoltà più grande nel formare la squadra femminile?
"Vincere la diffidenze delle stesse ragazze, che all'inizio hanno paura del contatto fisico, e dei loro genitori. Questo è uno sport, non è un massacro. Praticando questa disciplina, si impara a gestire meglio lo stress: come tale ha una grande valenza formativa ed è proprio questo il nostro obiettivo primario".
Il vostro obiettivo agonistico, invece?
"Attualmente siamo secondi nel nostro raggruppamento con 50 punti, 18 in meno del Modugno capolista. Mancano ancora quattro tappe ed il recupero è ancora possibile. Il primo posto ci permetterebbe di disputare le fasi finali a Parma. Purtroppo abbiamo commesso degli errori di disattenzione all'inizio. D'altronde questa è la prima coppa che disputiamo interamente e quindi non possiamo che essere orgogliosi dei risultati ottenuti. Il nostro obiettivo adesso è migliorare le nostre prestazioni in modo da poter disputare la competizione a livelli ancora più elevati il prossimo anno".
Dove e quando si può vedervi giocare?
"Domenica 19 marzo giocheremo a Bitonto, al campo comunale Rossiello, a partire dalle ore 15. Sarebbe bello trionfare proprio in quella tappa".
Ad introdurci nel mondo della palla ovale rosa è Marco Marcario, che riveste una doppia veste in società: oltre che pilone della squadra maschile, allena le ragazze dall'inizio di questa avventura.
"La nostra squadra – ci racconta – è nata ufficialmente a gennaio 2016 da un'idea di Angelica Lacetera ed Annalisa Marrone. Entrambe venivano da un passato importante, avendo giocato anche in serie A. Per entrambe era sempre più insostenibile spostarsi per gare ed allenamenti a Modugno, dove stavano giocando, e così hanno cercato di coltivare la passione per questo sport nella loro città, Bitonto. La società ha accolto il loro input ed è così che è nata la squadra femminile. All'inizio eravamo solo in dieci. Ora siamo in quindici".
A quale competizione partecipate attualmente?
"Alla Coppa Italia Femminile Seniores, una manifestazione promozionale che si articola in varie tappe. In ognuna di esse si affrontano tutte le squadre del raggruppamento, nel nostro caso i Panthers Rugby Team di Modugno, l'Usd Polisportiva Acli Campobasso e la Polisportiva Camarda Rugby Bernalda. Giochiamo con sette giocatrici in una sola metà del campo (a differenza del rugby a 7 tradizionale, ndg) per fare sì che sia più facile occupare gli spazi. Le regole sono identiche a quelle del rugby a 15, ma a differenza di quest'ultimo vengono esaltate la componente tecnica, la capacità di accelerare evitando i contatti ed i passaggi".
Meno contatto e più spettacolo per favorire un ritmo di gioco più frenetico ed emozionante.
"Sì, la gara si compone di due tempi da 7 minuti l'uno. Rispetto al rugby che conosciamo, gli infortuni sono meno frequenti".
L'allenatore della nazionale femminile, Andrea Di Giandomenico, ha dichiarato che questo sport è per atleti, il genere è secondario. E' d'accordo con questa affermazione?
"Ogni allenatore è tenuto ad approcciarsi agli atleti che ha difronte, in modo diverso a seconda delle loro caratteristiche. Poco importa se davanti a me ci siano ragazzi o ragazze, l'unica cosa che conta è l'approccio. Occorre valorizzare le peculiarità della diversa fisicità delle ragazze, come l'elasticità, la maggiore agilità, la velocità. In questo modo non solo si riesce a raggiungere una buona qualità di gioco, ma si riesce ad esaltarne anche i gesti tecnici".
Lei ha allenato anche squadre maschili. Quale la più grossa differenza?
"Le donne sono più disciplinate: riescono ad eseguire quello che si prova durante l'allenamento anche in partita, perché sopportano lo stress meglio degli uomini. In campo si deve decidere in pochissimo tempo se passare la palla oppure correre, e loro riescono ad essere lucide anche sotto pressione. Gli uomini, invece, vanno in difficoltà. E per questo tante volte optano per la soluzione più fisica".
Quale invece la difficoltà più grande nel formare la squadra femminile?
"Vincere la diffidenze delle stesse ragazze, che all'inizio hanno paura del contatto fisico, e dei loro genitori. Questo è uno sport, non è un massacro. Praticando questa disciplina, si impara a gestire meglio lo stress: come tale ha una grande valenza formativa ed è proprio questo il nostro obiettivo primario".
Il vostro obiettivo agonistico, invece?
"Attualmente siamo secondi nel nostro raggruppamento con 50 punti, 18 in meno del Modugno capolista. Mancano ancora quattro tappe ed il recupero è ancora possibile. Il primo posto ci permetterebbe di disputare le fasi finali a Parma. Purtroppo abbiamo commesso degli errori di disattenzione all'inizio. D'altronde questa è la prima coppa che disputiamo interamente e quindi non possiamo che essere orgogliosi dei risultati ottenuti. Il nostro obiettivo adesso è migliorare le nostre prestazioni in modo da poter disputare la competizione a livelli ancora più elevati il prossimo anno".
Dove e quando si può vedervi giocare?
"Domenica 19 marzo giocheremo a Bitonto, al campo comunale Rossiello, a partire dalle ore 15. Sarebbe bello trionfare proprio in quella tappa".