Abbaticchio e Depalma
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Ambulanze senza medici e smantellamento SPRAR: Italia in Comune dice ‘no’

Abbaticchio: «Diritto alla salute uguale in tutta Italia». E sul decreto Salvini: «un vessillo alla cancellazione degli esseri umani»

Sono i diritti fondamentali delle persone, comprese quelle nate altrove - come la salute e l'assistenza - al centro della netta presa di posizione di Italia in Comune, il partito dei sindaci e degli amministratori del Paese che in questi giorni sta formulando la sua base programmatica.
Che passa, innanzitutto, dalla questione sanitaria e delle emergenze in particolare. Preoccupazione è infatti stata manifestata dagli attivisti del partito dopo la denuncia sui rischi di perdere i medici sulle ambulanze del 118, diffusa dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri e dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale. Il rischio, secondo le due federazioni di medici, è il taglio netto dei medici in servizio presso la rete 118 (dall'odierna dotazione organica regionale di 525 medici si passerebbe a circa 200) e la perdita di circa 40 ambulanze sulle attuali 105.

«I livelli essenziali di assistenza e gli standard qualitativi devono essere uniformi in tutto il Paese – ha detto il referente pugliese del partito, Michele Abbaticchio, commentando la notizia - e non possiamo accettare che lo stesso diritto alla salute si declini in forme disuguali a seconda della regione di appartenenza. I punti cardine del progetto 'salute' di Italia in Comune consistono nel valorizzare il territorio, nel potenziare la rete di assistenza territoriale, ivi compresa la rete di emergenza, l'assistenza domiciliare, i distretti sociosanitari, le politiche di prevenzione, la integrazione sociosanitaria, nel qualificare ulteriormente le figure professionali che quotidianamente operano nel sistema sanitario».

Dal diritto sanitario a quello all'assistenza generica il passo è breve, specie se si tratta dei disperati del mare, giunti in Italia con la speranza di acquisire lo status di richiedente asilo o rifugiato. Una speranza che potrebbe non valere più nulla vista l'imposizione, da parte del Decreto Salvini, di smantellare i Sistemi di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR).
Contro il decreto gli amministratori di Italia in Comune hanno votato una mozione approvata dai consigli comunali di Bitonto, Maruggio, Casamassima e Barletta.

«Due giorni fa, per effetto del decreto Salvini, ventisei persone in uscita dal Cara, hanno perso il diritto alla prima accoglienza nel sistema Sprar. In altre parole, sono per strada. Tra loro una bimba di cinque mesi, alcune persone con disabilità fisica e non autosufficienti e altre con disagio psicologico. Solo per sei di loro è stata trovata una collocazione (chissà per quanto tempo, poi) presso la Croce Rossa. A tutto ciò, aggiungo un dato agghiacciante: anche la cultura dell'integrazione viene silenziosamente eliminata: il premio "Migrarti" non ci sarà più dall'anno prossimo. Un ulteriore vessillo alla cancellazione storica di esseri umani che pur nella realtà continueranno ad esistere», è stato il commento di Abbaticchio.
Secondo Italia in Comune, infatti, lo smantellamento degli Sprar otterrà un effetto esattamente opposto a quello sperato dal vicepremier.
«Gli ex beneficiari del sistema Sprar – ha detto infatti il consigliere ItC di Mola di Bari, Michele Lieggi - che si vuole smantellare non scompariranno ma diventeranno solo invisibili e "incontrollabili"».

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