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Cronaca
Omicidio Sadiku, giudizio immediato per il boss Colasuonno
Il delitto fu commesso a Binetto il 3 febbraio 2017. Il processo è fissato per il prossimo 8 aprile davanti alla Corte d’Assise
Bitonto - venerdì 7 febbraio 2025
17.30
La giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Gabriella Pede, ha disposto il giudizio immediato per il 38enne Francesco Colasuonno, boss di Bitonto a capo del clan Cipriano, egemone nel centro storico, accusato dell'omicidio dell'albanese Edvin Sadiku, commesso nelle campagne di Binetto il 3 febbraio 2017.
Un omicidio che la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha diretto le indagini dei Carabinieri, ritiene sia stato commesso per punire Sadiku (proprio come Colasuonno ritenuto appartenente al clan Cipriano di Bitonto, collegato al clan Parisi di Bari) per la sua scelta di iniziare a collaborare con la giustizia. L'omicidio, per l'accusa, è aggravato dalla premeditazione - il clan avrebbe accertato la volontà di Sadiku di collaborare a fine dicembre 2016 - e dall'agevolazione mafiosa.
Colasuonno avrebbe agito insieme ad un'altra persona non ancora identificata. Sadiku, già noto alle forze dell'ordine, fu ucciso con 12 colpi di pistola al collo ed alla testa subito dopo essere sceso da un'auto che gli stessi Sadiku e Colasuonno avevano rapinato poco prima, insieme al terzo uomo, a Toritto. Lì, infatti, i tre avrebbero tamponato un'auto, aggredito il proprietario colpendolo con il calcio di una pistola e si sarebbero allontanati in campagna, dove poi fu ucciso Sadiku.
Colasuonno, arrestato lo scorso 1 dicembre, dovrà quindi rispondere anche del porto, della detenzione abusiva di arma e di rapina aggravata. Il processo nei suoi confronti inizierà il prossimo 8 aprile in Corte d'Assise. Tra le persone offese ci sono la Regione Puglia, il Comune di Bitonto e pure l'ex convivente della vittima.
Un omicidio che la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, che ha diretto le indagini dei Carabinieri, ritiene sia stato commesso per punire Sadiku (proprio come Colasuonno ritenuto appartenente al clan Cipriano di Bitonto, collegato al clan Parisi di Bari) per la sua scelta di iniziare a collaborare con la giustizia. L'omicidio, per l'accusa, è aggravato dalla premeditazione - il clan avrebbe accertato la volontà di Sadiku di collaborare a fine dicembre 2016 - e dall'agevolazione mafiosa.
Colasuonno avrebbe agito insieme ad un'altra persona non ancora identificata. Sadiku, già noto alle forze dell'ordine, fu ucciso con 12 colpi di pistola al collo ed alla testa subito dopo essere sceso da un'auto che gli stessi Sadiku e Colasuonno avevano rapinato poco prima, insieme al terzo uomo, a Toritto. Lì, infatti, i tre avrebbero tamponato un'auto, aggredito il proprietario colpendolo con il calcio di una pistola e si sarebbero allontanati in campagna, dove poi fu ucciso Sadiku.
Colasuonno, arrestato lo scorso 1 dicembre, dovrà quindi rispondere anche del porto, della detenzione abusiva di arma e di rapina aggravata. Il processo nei suoi confronti inizierà il prossimo 8 aprile in Corte d'Assise. Tra le persone offese ci sono la Regione Puglia, il Comune di Bitonto e pure l'ex convivente della vittima.